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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Colle dell'Ara / Via dei Vestini

Voto alla d'Annunzio: i sei aspiranti rettori si presentano all'università, tutti invocano il cambiamento

In un'assemblea generale di quattro ore i candidati hanno raccontato come vedono il futuro della d'Annunzio. L'ateneo andrà al voto il 16 maggio

Si sono presentati oggi, in un'assemblea generale iniziata poco dopo le 11 e terminata intorno alle 15, i sei candidati alla carica di rettore per i prossimi sei anni dell'università d'Annunzio. Luigi Capasso, Sergio Caputi, Paolo Fusero, Michele Rea, Liborio Stuppia e Stefano Trinchese si sono radunati intorno a un tavolo, nell'auditorium del rettorato, con il decano Michele Vacca a fare da moderatore, assicurandosi con un timer che tutti avessero lo stesso tempo a disposizione. 

Ad ascoltare c'era una platea mai così affollata di personale tecnico-amministrativo, docenti, studenti e qualche estraneo. Prima i sei hanno esposto i punti cardine del loro programma e le loro intenzioni, per 10 minuti a testa. Poi si è aperto un dibattito, dai toni propositivi e sereni. Molti gli applausi, specialmente all'indirizzo di quanti, la quasi totalità dei candidati, ha bacchettato senza mezzi termini la vecchia gestione di Carmine Di Ilio, con Filippo Del Vecchio direttore generale, interdetti a marzo.

Punto comune dei sei candidati è la volontà di rompere con il passato, cambiare rotta, evitare ulteriori liti o battaglie in tribunale. E tutti, più o meno tra le righe, prendono le distanze con la gestione precedente. Qualcuno bacchetta "chi avrebbe dovuto controllare", ma, a parte più di una stoccata dura nei confroni di Del Vecchio e qualcuna, più velata, verso Di Ilio, l'intenzione comune è di voltare pagina. 

Luigi Capasso, docente di Anatomia, colui che ha presentato l'esposto che ha innescato la nota vicenda giudiziaria, appare per forza di cose come "homo novus", colui che possiede "coraggio, determinazione e conoscenza". Tra le sue priorità, c'è la costituzione di una squadra di prorettori vicari che affianchino il rettore per consentirgli di svolgere la sua funzione di rappresentanza. Intende gestire personalmente la questione dei corsi di Medicina, delle scuole di specializzazione e del rapporto con Asl e Regione. Non dimentica il personale e invoca "la ricostruzione del salario, la collocazione delle persone al posto che compete loro, il ripristino delle corrette relazioni sindacali". Infine, vuole "ridare dignità ai dipartimenti" e potenziare la didattica.

Sergio Caputi, direttore del dipartimento di Scienze mediche orali e biotecnologie e della clinica odontoiatrica universitaria, ricorda di essere arrivato alla d'Annunzio ancora minorenne, come studente universitario di Medicina. E, anche se esordisce specificando di non voler parlare "di vecchio o nuovo", non risparmia una frecciata: "I danni fatti dal nostro direttore non sono iniziati due anni fa, ma sette, quando si è decido fi farlo venire in questa sede". Sul corso dell'ateneo, Caputi sostiene: "Da tempo non vedo più un progetto, è stato instaurato un clima di terrore. Ma per ripartire con un progetto bisogna che ci sia un po' di serenità". Per la rinascita della d'Annunzio, promuove una promozione e relazioni ben oltre i confini locali o regionali, una cura fondamentale dello studente, che definisce "il nostro bene più prezioso". 

Per Paolo Fusero, direttore del dipartimento di Architettura, è necessario ricostruire un'immagine lusinghiera dell'ateneo all'esterno. Se sarà eletto rettore, promette, "non ho alcuna fretta di precipitarmi a fare un bando per il nuovo direttore generale: la reggente Lucia Mazzoccone continuerà il suo lavoro e poi procederemo a una ricerca di professionalità in tutto il territorio nazionale". Anche lui auspica una squadra di prorettori e, sulle attività sanitarie, garantisce "il massimo del supporto, per ridare efficienza e riformare la sanità". 

Michele Rea, direttore del dipartimento di Economia, sottolinea l'importanza, per l'ateneo, di cambiamento e rinnovamento. Propone di "tornare a mettere insieme le aree che costituiscono il nostro ateneo" e lo stesso ateneo "con il territorio e le istituzioni". "Dobbiamo tornare a pensare positivo - dice - per troppo tempo abbiamo lavorato non per qualcosa, ma contro qualcuno. Dobbiamo ricostruire l'orgoglio di lavorare e studiare alla d'Annunzio". 

Il direttore del dipartimento di Scienze psicologiche, Liborio Stuppia, sottolinea quanto gli studenti siano importanti nell'ambiente universitario: "Devono essere messi in condizione di apprendere il più possibile". Per lui, non deve esserci una dicotomia Chieti-Pescara, ma "l'università deve essere internazionale. Questa regione deve sviluppare le sue potenzialità e noi siamo qui per farlo". 

Il professor Stefano Trinchese, direttore di Lettere, plaude all'aula piena, "simbolo di cambiamento" e ricorda che "in tempi non sospetti", nel 2015, sfiduciò il direttore generale Del Vecchio. "Veniamo da un clima di veleni - dice - e la prima cosa da fare è restituire dignità ai colleghi: noi dobbiamo cambiare sul serio, occorre discontinuità".

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