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Cronaca

Quattro tumori e una malattia della pelle dopo aver lavorato come tecnico radiologo: condannata la Asl

L'uomo si è rivolto al patronato Inca Cgil che lo ha assistito nella lunga battaglia legale con l'avvocato Carabba: il tribunale ha riconosciuto la mancanza di protezioni che lo proteggessero dalle radiazioni

Si è ammalato di radiodermite, una patologia della pelle provocata dalle radiazioni, poi ha scoperto di avere un tumore all'orecchio, alla cute e infine alla mammella. Ora, la Asl Lanciano Vasto Chieti dovrà risarcirlo per quelle che sono state ritenute dal tribunale come malattie professionali, scaturite dalla mancanza di protezioni in servizio. 

È l'esito della decisione della giudice del Lavoro Laura Ciarcia, che ha accolto la tesi di un ex tecnico radiologo dell'ospedale di Ortona, in servizio al Bernabeo dal 1978, che si era rivolto al patronato Inca Cgil di Chieti, con l'assistenza legale dell'avvocato Rocco Carabba. 

L'azienda sanitaria è stata ritenuta colpevole di non aver adottato le misure di sicurezza necessarie per l'attività lavorativa svolta dall'ex tecnico di radiologia, vista l'esposizione alle radiazioni che, secondo il tribunale di Chieti, gli ha causato le numerose malattie professionali. 

L'uomo ha raccontato nel dettaglio come si svolgeva il suo lavoro, senza le adeguate protezioni nel maneggiare gli strumenti. I primi problemi si sono manifestati nel 2003, quando ha avuto una radiodermite, di primo e secondo livello. A quel punto, nel 2004, l'uomo è stato trasferito in servizio fuori dalla Radiologia. Poi, ha dovuto togliere un tumore all'orecchio e sulla cute. Finché, nel 2016, raggiunta la pensione, nel mese di giugno ha scoperto di avere anche un tumore mammario e ha dovuto subire una mastectomia totale.

A febbraio 2017 si è rivolto al patronato e ha iniziato la sua battaglia legale grazie all'assistena di Inca Cgil. Ma, nel mese di dicembre, un'altra terribile scoperta: il tecnico radiologo in pensione aveva un linfoma con metastasi. 

"Nonostante le patologie contratte non lasciassero dubbi - spiega il direttore dal patronato Inca Cgil, Giuseppe Visco - il caso è stato a lungo in bilico. Le patologie connesse alle attività di radiologo in ospedale erano il risultato dell'assoluta carenza o addirittura assenza di adeguate apparecchiature, azioni e condizioni atte a garantire salute e sicurezza durante il lavoro. Le certificazioni sanitarie non lasciavano dubbi, eppure il caso sembrava di difficile soluzione a favore del lavoratore: negli anni Novanta le vecchie Usl erano state sostituite dalle aziende sanitarie locali e la stessa documentazione appariva deficitaria per sostenere il contenzioso".

Dunque, il patronato si è avvalso dei migliori esperti medico-legali in materia di danno differenziale, così da ricostruire la storia lavorativa dell'ex tecnico radiologo, le condizioni di lavoro e le conseguenti patologie.

"Negli ultimi tre anni, ovvero da quando il patronato lnca Cgil di Chieti ha iniziato a svolgere I'attività di tutela del danno differenziale - spiega Visco - le somme recuperate in favore dei lavoratori ammontano a 545.302,52 euro e sono state ottenute attraverso cause legali e accordi in sede stragiudiziale, grazie al lavoro svolto da tutti i legali convenzionati con il patronato, a conferma che tale attività rappresenta la nuova frontiera della tutela individuale che qualifica I'attività del patronato lnca e completa il processo di risarcimento del danno alla salute causato da inadeguate condizioni di lavoro".

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