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Cronaca

Chieti violenta: la Mobile stronca la mini-gang

Tre le misure cautelari in comunità per altrettanti minorenni teatini. Negli ultimi mesi sono stati gli autori di numerose aggressioni ai danni di altri giovani. L'ultimo episodio ad agosto in pieno centro

Mini-gang solo anagraficamente, perché quella composta dai tre minori fermati ieri dalla Squadra Mobile di Chieti ne aveva combinate delle grosse qui. A questi gli agenti attribuiscono gran parte degli episodi violenti che negli ultimi mesi hanno esasperato la città.

Come l’aggressione ai danni di un ragazzo disabile, colpevole di aver festeggiato la vittoria del Pescara Calcio a fine campionato, vicino al centro commerciale Megalò. O il pestaggio di tre universitari al Campus, il primo avvenuto in un luogo del genere, e quello dei partecipanti a un aperitivo gay-friendly al Caffè “Fontana” dello Scalo. La Mobile ricorda almeno sette episodi dello stesso stampo, assieme a un’enorme quantità di atti di bullismo.

Non si fermavano nemmeno di fronte ai più grandi e agivano alla luce del sole: in uno degli ultimi ‘fattacci’, lo scorso 16 agosto, alle 8,40 del mattino avevano picchiato con manganelli telescopici alcuni trentenni in piazza Trento e Trieste; dieci giorni dopo è toccato ad altri giovani, finiti al Pronto Soccorso. Nessun movente preciso: un giorno agivano per fede calcistica, un altro contro chi aveva osato corteggiare la ragazza del momento. Ogni occasione era adatta per esprimere violenza repressa, in un’escalation che ha pochi precedenti in città.

 Sui tre, che hanno 15, 16 e quasi 18 anni, il gip Cecilia Angrisano su ordinanza del procuratore minorile, il dottor Antonio Altobelli, ha disposto la misura cautelare di collocamento in comunità per minori: passeranno i prossimi mesi in tre strutture riabilitative diverse, nelle Marche.  

La polizia non poteva trovare nome più adatto per l’operazione: “calles violentas”, poiché scimmiottavano le gang latino americane con risultati eccellenti.  “Si tratta di ragazzi difficili – ha commentato il capo della Squadra Mobile, Francesco Costantini,  – alcuni di loro provengono da un passato e da un contesto sociale molto delicato. Solo uno dei tre andava a scuola. Con questa operazione crediamo di aver restituito alla città quella tranquillità violata negli ultimi mesi”.

Quasi tutte le vittime della baby-gang teatina hanno denunciato a polizia o carabinieri gli episodi nei quali erano rimasti coinvolti. Un quarto minore, che stava per essere iniziato alle “calles violentas”, avendo preso parte a una di queste aggressioni, è stato denunciato in stato libertà.

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