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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Lanciano

La rapina di Lanciano: i tre arrestati erano già sospettati di altri furti in zona

Un incidente d'auto mentre fuggivano ha imposto un'accelerazione all'indagine. Poi, gli investigatori hanno trovato quelli che definiscono "elementi forti": tracce ematiche su alcuni indumenti, i bagagli in macchina, l'appartamento di corso Roma svuotato e ripulito

Gli arrestati

Come già detto, i fratelli Turlica e il cugino erano già nel mirino, perché sospettati di aver commesso altri furti nel circondario frentano negli ultimi mesi. Nel mese di agosto, i carabinieri della stazione di Francavilla al Mare li avevano denunciati perché avevano in auto annessi atti allo scasso. Anche sabato mattina, a Lanciano, i tre erano stati fermati per un controllo alla circolazione e i loro documenti fotocopiati. Non era la prima volta che accadeva, ma si trattava di controlli voluti, camuffati da routine. 

Apparentemente, i presunti “macellai” di Lanciano sono ventenni normali: i fratelli vivono a Lanciano da tempo, da almeno un anno nell’appartamento di corso Roma passato al setaccio dagli investigatori per tutta la giornata di ieri. Il cugino viveva in Francia, da qualche mese è in Abruzzo. Tutti sono ben inseriti nella comunità, lavorano come muratori e giardinieri. Poi, però, hanno voluto tentare il grande colpo, scatenando l’orrore. 

L'indagine

Le indagini, coordinate dalla procura di Lanciano, sono state condotte in tandem da carabinieri, polizia di Lanciano e Chieti e dallo Sco, il Servizio centrale operativo della polizia, con specialisti arrivati dalla capitale. Ha spiegato Alfredo Fabbrocini, dirigente della II divisione dello Sco: 

Rischiavamo di perderli, così abbiamo dovuto accelerare e le nostre intuizioni hanno trovato riscontri.

Sin dai primi istanti dopo la rapina, carabinieri e polizia hanno lavorato in tandem, giorno e notte, con i loro professionisti migliori, per dare un nome e un volto a chi aveva compiuto un’azione tanto efferata. Ha detto in conferenza stampa il questore Ruggiero Borzacchiello:

Lo dovevamo ai coniugi Martelli e oggi ci sentiamo più sollevati, perché abbiamo dato una risposta concreta a ciò che abbiamo fatto.

Poi, il questore ha encomiato

il lavoro svolto in maniera egregia, con notevole professionalità e spiriti di sacrificio degli uomini e le donne di polizia e carabinieri, che ha portato a una breve soluzione del caso. Mi preme sottolineare che questa risposta conferma che le forze dell’ordine ci sono e il lavoro premia. Mi interessa dare fiducia alla collettività in una provincia dove pochi episodi non possono intaccare la sicurezza. 

Stando a quanto ha spiegato il procuratore Di Serio, a carico dei tre indagati, attualmente in stato di fermo, ci sono “gravi indizi di colpevolezza”. Ora, spetterà al Gip convalidare l’arresto degli indagati, difesi dall'avvocato Domenico Russo. 

Il comandante provinciale dei carabinieri, Florimondo Forleo, ha spiegato che

l’operazione nasce dall’attenzione che le forze dell’ordine hanno sempre sul territorio. L’Arma dei carabinieri aveva già identificato questo gruppo di personaggi che avevano già commesso altri reati in zona. Questo ha permesso di tenere sotto controllo l’auto e identificare chi la guidava. Dopodiché, sono stati localizzati sul luogo della rapina e si è focalizzato lo sforzo sulle persone giuste. 

Ma non è stata solo la presenza dell’automobile nei pressi di casa Martelli a far scattare i sospetti, tanto più che non basterebbe solo questo elemento ad attribuire qualche responsabilità. Le forze dell’ordine hanno operato in maniera certosina, avvalendosi delle possibilità offerte dalla tecnologia, ma anche dei metodi di una volta, girando la città a piedi per verificare tutti gli occhi elettronici che potessero aver ripreso qualche elemento utile. 

Ovviamente, non è stato ancora possibile visionare tutti i filmati, ma martedì sera l’indagine ha dovuto subire un’accelerazione necessaria, come ha raccontato la dirigente della squadra mobile di Chieti, Miriam D’Anastasio:

Subito dopo la notizia della rapina, la mobile è intervenuta immediatamente a sostegno dei colleghi del commissariato. Subito è stato interessato lo Sco, che ha messo a disposizione il Moving team, specialisti di rilievi e analisi dati. Così, l’attività investigativa è stata immediatamente concentrata su tutti gli elementi utili per arrivare a soluzione. 

Le vittime hanno raccontato agli investigatori di essere stati presi in ostaggio in un primo momento da due persone, che li hanno anche percossi nel sonno. Poi, però, i malviventi si sono fatti vivi in quattro. Prosegue il vice questore aggiunto D’Anastasio: 

Dalle 6 del mattino, quando è stato dato l’allarme, siamo entrati in scena senza mollare un attimo la presa.La polizia ha subito raccolto tutti gli elementi utili: telecamere cittadine per ricostruire i percorsi, sopralluogo approfondito nell’abitazione che ha permesso di trovare diverse tracce. Mi sono messa subito in contatto col tenente Canale dei carabinieri,  mettendo in collegamento tutto gli elementi a disposizione. Poi, in sinergia si è andati ad approfondire tutti gli elementi. L’attività ha subito un’accelerazione dovuta all’incidente di una delle vetture che attenzionavamo e che è stata individuata”. 

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