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Cronaca

Arrestato per il falso ordigno a Bonanni, tenta il suicidio

Ha cercato di uccidersi perché i giudici gli hanno negato di partecipare al funerale della nonna paterna. Mentre i Radicali chiedono l'istituzione del garante dei detenuti, il difensore invoca la scarcerazione per consentirgli di curare la tossicodipendenza

Ieri (martedì 6 gennaio) ha tentato il suicidio nel carcere di Madonna del Freddo, dove è rinchiuso dallo scorso 21 ottobre, perché i giudici non gli hanno permesso di dare l’ultimo saluto alla nonna paterna, morta pochi giorni fa. Donato Colasante, 21 anni, di Guardiagrele, arrestato in autunno con l’accusa di aver collocato una finta bomba davanti alla casa francavillese dell’ex leader Cisl Raffaele Bonanni, è stato salvato dai medici della Chirurgia Vascolare di Chieti.

Intanto il padre del giovane, Domenico Colasante, annuncia battaglia insieme all’avvocato Graziano Benedetto, puntando il dito contro la reclusione in cella. Secondo il difensore, l’indagato avrebbe problemi di salute e una tossicodipendenza incompatibili con la permanenza in carcere. Questa mattina l’avvocato Benedetto ha presentato l’ennesima istanza di scarcerazione all’Aquila, per invocare cure adeguate al suo assistito che domani (giovedì 8 gennaio) tornerà in cella.

Intanto a tutela di Colasante sono intervenuti anche i Radicali, tornando a chiedere l’istituzione del garante regionale dei detenuti. In una nota firmata dal segretario abruzzese Dario Boilini e dal membro della giunta di Radicali Italiani Alessio Di Carlo, il tentato suicidio del detenuto guardiese “colpisce non solo per l'irragionevolezza della decisione dei giudici ma, soprattutto, per l'accanimento che si è dimostrato verso un ragazzo, appena ventunenne, detenuto in attesa di giudizio e, quindi, tecnicamente tuttora innocente. Purtroppo, però – aggiungono - anche nelle aule di giustizia della nostra regione il principio di presunzione di innocenza viene sistematicamente calpestato. E questo nell'indifferenza della classe politica che da oltre tre anni deve nominare il garante regionale dei detenuti il quale potrebbe efficacemente monitorare lo stato generale della detenzione carceraria abruzzese per evitare che accadano tragedie come quella, fortunatamente appena sfiorata, avvenuta ieri a Chieti".

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