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Cronaca San Salvo

Arcigay Chieti fa lezione contro il bullismo nella scuola in cui un giovane fu aggredito

Ma l'associazione denuncia: "Gran parte dei presidi non vogliono affrontare questo tema, prevale un atteggiamento di reticenza e rimozione"

Splendida lezione di tolleranza ed educazione civile, qualche giorno fa, a San Salvo, per gli studenti dell'istituto Mattioli. Un incontro tenuto dall'associazione Arcigay Chieti, che ha parlato di bullismo e bullismo omofobico. Sette classi, insieme ai rispettivi docenti e alla dirigente Sara Solipaca, hanno accolto i volontari di Arcigay. 

Appena qualche mese fa, il Mattioli salì alla ribalta della cronaca nazionale per un brutto episodio di bullismo. E la dirigente, in una nota, aveva precisato che la sua scuola difende sempre i propri alunni, ricordando l'impegno dell'istituto nell'organizzare progetti di accoglienza. Un impegno confermato dall'incontro con Arcigay Chieti, che ha così fatto la prima esperienza sul territorio.  

"L’interesse, la curiosità e la partecipazione dei ragazzi e delle ragazze del Mattioli - spiegano i volontari dell'associazione - sottolineano l’importanza di trattare simili tematiche nelle scuole, di educare alle differenze e di abbattere i muri e porre le basi per la costruzione di una comunità migliore e aperta a tutti e tutte. L'incontro è stato molto proficuo e si è svolto attraverso svariate attività di conoscenza e interattività sull’argomento del bullismo ed in particolare di quello omofobico". 

Tuttavia, Arcigay sottolinea come, spesso, incontri su questi temi siano spesso di difficile riuscita: non tanto perché gli studenti siano poco attenti o indifferenti, anzi proprio il contrario, "quanto piuttosto - puntualizzano - perché esiste purtroppo una sorta di reticenza e atteggiamento di rimozione di certi problemi visti come irrisolvibili. E invece - sottolineano - la soluzione a nostro avviso risiede proprio nel dialogo instancabile e ripetuto di esortazione all’accettazione, alla tolleranza nei confronti degli studenti Lgbt e non solo". 

Qualche mese fa, a Lanciano, scoppiò una polemica sulla visita della scrittrice omosessuale Francesca Vecchioni all'istituto De Titta-Fermi: la preside chiese ai genitori di firmare un'autorizzazione, per verificare se l'argomento fosse "consono alla personale sensibilità".

"I giovani - proseguono i membri di Arcigay - sono straordinari: hanno menti e cuori aperti al mondo e alla conoscenza; hanno bisogno per crescere di sperimentare, emozionarsi e provare sentimenti. Ma hanno soprattutto bisogno di essere indirizzati e di trovare accoglienza da parte degli adulti e del mondo delle istituzioni scolastiche, di osservare esempi positivi di crescita intellettiva nei confronti della diversità. Ebbene, purtroppo in questo senso una parte di dirigenza e di docenti della scuola dà un esempio totalmente errato nel voler far finta di niente di fronte ad episodi di bullismo omofobico, e non solo. Si assiste, anche fuori dalla scuola, ad un atteggiamento di paura che la trattazione di argomenti di ambito Lgbt  trasformi automaticamente l’orientamento sessuale degli studenti, come se questo fosse possibile indirizzarlo volontariamente o attraverso influenze esterne". 

E Arcigay denuncia: "Ci siamo scontrati anche noi con questo atteggiamento quando ci siamo rivolti ad alcuni istituti scolastici per chiedere il permesso di appendere una innocua locandina per illustrare le attività del gruppo giovani di Arcigay: la metà circa della dirigenza ha risposto con un categorico no. Paradossalmente abbiamo trovato maggiore accoglienza in provincia dove l’istituto Mattioli ci ha riservato una straordinaria ospitalità". 

E l'incontro sull'omofobia è stata proficua e positiva, "lanciando un messaggio di presenza da parte della nostra associazione all’interno della comunità e verso gli istituti scolastici della provincia - raccontano - e offrendo la nostra disponibilità ad accogliere qualsiasi richiesta di aiuto e/o a sciogliere e chiarire qualsiasi dubbio in merito ai temi trattati".

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