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Cronaca

L'allarme dell'associazione antimafia: "L'Abruzzo non è immune dalla criminalità organizzata"

Alessio Di Florio, dell'associazione antimafie Rita Atria e PeaceLink Abruzzo, che ha diffuso parte di un dossier sulla criminalità nella nostra regione: ne esce un'immagine allarmante

Siamo nel territorio in cui 10 anni dopo c’è ancora chi esulta per lo spostamento della Mantini dopo le operazioni Histonium contro Pasqualone perché “ha rovinato famiglie e infangato brave persone” (commento quasi testuale sul più famoso social network di qualche anno fa), dove il giudice che colpì per primo il malaffare e arrivò vicino a certi potenti fu costretto al trasferimento dopo rappresaglie legali (un gip scrisse addirittura di “una vera e propria spedizione bellica”) e colpito da una campagna diffamatoria i cui frutti sono ancora vivi. E appena sorse la voce che poteva tornare a Vasto nel 2011 si vide recapitare un proiettile calibro 9 parabellum e una lettera con il messaggio “sei proprio sicuro di voler tornare a Vasto? Pensaci bene”. Città dove l’estate scorsa i gravissimi fatti contro ragazzine minorenni, vittime di abusi, violenze e ricatti a sfondo sessuale, non hanno avuto il minimo interesse della società civile (però l’8 marzo tutti in piazza contro il femminicidio e con belle parole per le donne). E anzi, stava passando (anche grazie a certe penne, anzi nel 2018 dovremmo dire tastiere, su cui tanto ci sarebbe da dire) che le vittime erano gli accusati. Abbiamo avuto anche il sindaco che li ha messi tutti sullo stesso piano, tutte vittime. Perché chi subisce la violenza del branco, e il branco stesso, per lui a quanto pare pari sono …

Risalendo la costa, tra Teramo e la Marsica negli ultimi mesi inchieste hanno colpito immensi campi di marijuana e traffici di stupefacenti che esponenti di camorra gestivano con imprenditori e personaggi locali. Il giorno di San Valentino è stato arrestato a Martinsicuro un boss affiliato alla Nuova camorra organizzata. Un mese dopo è emersa la notizia che l’ex boss del clan camorristico La Montagna di Caivano, oggi pentito, Carlo Oliva ha ricostruito i traffici di droga tra Napoli e Teramo in un processo contro un vasto giro di usura, estorsioni, rapine e spaccio. A maggio otto arresti sono stati eseguiti tra la Marsica e la Provincia di Napoli, conseguenti di un’inchiesta avviata con il sequestro di un enorme campo di marijuana (migliaia di piante per un peso complessivo di 6 tonnellate) nascosta tra le piante di mais.  Al vertice del sodalizio criminale, secondo gli inquirenti, Antonino Di Lorenzo e Ciro Gargiulo. Erano stati scarcerati l’anno scorso dopo l’arresto nel 2014, nel corso dell’operazione “Secundario” a Castellamare di Stabia che colpì un cartello di cinque clan che si erano alleati per esportare la droga ma anche per importare la cocaina dal Venezuela, Spagna e Olanda. Cartello animato da clan di Torre Annunziata, Torre del Greco, Piana del Sele e Andria. A Marzo erano già scattati 11 arresti contro un’associazione dedita al traffico di droga e alla detenzione illegale di armi. Il sodalizio puntava a costruire tra Alba e Martinsicuro le basi operative di un traffico di droga che doveva coprire i mercati criminali del teramano e e delle Marche. Cocaina, marijuana e hascisc dalla Campania, soprattutto da Secondigliano, dovevano giungere nei locali della costa teramana e marchigiana frequentati anche da giovanissimi.  

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