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Cronaca

Acqua, "Bollette gonfiate": l'opposizione dice no alla gestione Aca

I consiglieri di minoranza lanciano l'allarme sulla legge regionale recepita dalla giunta, che destinerebbe il servizio idrico all'Ersi e le reti all'Azienda acquedottistica. I conti aumenterebbero fino al 90 per cento per un diverso calcolo dei consumi

Bollette gonfiate fino al 90 per cento se l’amministrazione comunale trasferirà all’Aca le reti dell’acquedotto, la gestione delle fogne e la depurazione. È l’allarme lanciato dai consiglieri di minoranza Luigi Febo, Alessandro Giardinelli, Alessandro Di Iorio ed Enrico Iacobitti.

Si annunciano tempi magri per le tasche dei teatini, che in materia di acqua ne hanno passate non poche. Dalle chiusure programmate che tediano le ultime estati, ai rubinetti a secco ogni sera in alcune zone dello Scalo.

Una legge regionale stabilisce che il servizio idrico debba passare nelle mani dell’Ersi (Ente regionale per il servizio idrico integrato) e una delibera di giunta dello scorso giugno ha stabilito il passaggio delle reti all’Aca. “La legge chiede il passaggio delle reti – spiega Febo – ma per realizzare efficienza, efficacia ed economicità della gestione: questo non mi sembra il caso”. Il riferimento è al ciclone giudiziario che s’è abbattuto sull’Azienda comprensoriale acquedottistica; senza contare il braccio di ferro fra il primo cittadino e l’Aca: l’ultimo atto è di pochi giorni fa, con il sopralluogo alle sorgenti per verificare se al Comune di Chieti viene corrisposto quanto dovuto.

Se la legge prevede il passaggio delle reti per economicità, questo non accadrebbe con la gestione Aca, considerato che, stando agli esempi dei consiglieri di minoranza, un consumo da 180 metri cubi d’acqua a Montesilvano costa 339 euro, mentre a Chieti 181, con un risparmio di circa la metà della bolletta. Attualmente, infatti, il Comune varia le tariffe in base al consumo di ogni utenza, mentre l’Aca non differenzia il consumatore parsimonioso e quello che invece necessità di grandi quantità d’acqua.

I consiglieri di minoranza, dunque, chiedono al Comune di fermare l’ennesimo salasso nelle tasche dei cittadini, trovando soluzioni alternative, magari occupandosi della gestione delle reti idriche della città e dei Comuni limitrofe, affidandone la gestione alla Teate servizi.

L’assessore ai Lavori pubblici Mario Colantonio spiega che il trasferimento del servizio idrico integrato all’Ersi non scatterà prima di 6 mesi, perché il Comune deve presentare le cartografie delle reti, i conti, i contratti, i volumi d’acqua acquistati e consumati, oltre a specificare gli impianti che saranno affidati in concessione gratuita al gestore pur restando di proprietà dell’ente locale.

Sui conti astronomici, Colantonio rassicura che spetterà all’Ersi individuare il gestore attraverso gare pubbliche e attuare la tariffa unica regionale sotto il controllo dell’autorità preposta (Aeeg, autorità per l’energia elettrica e del gas). “Allo stato attuale e già da diversi anni – spiega - il Comune di Chieti non riceve alcun introito derivante dal pagamento delle bollettazioni idriche, interamente destinato al rimborso della fornitura da parte dell'Aca ed alla depurazione gestita dal Consorzio di Bonifica; inoltre, si riscontra una morosità che supera ormai il 20% di evasione e non pagamento delle bollette”.

Nonostante gli interventi effettuati sulla rete idrica e fognaria cittadina (per l’ammontare di 2 milioni e 400mila euro), però, moltissime famiglie allo Scalo continuano a subire giornalmente un’ingiusta riduzione del servizio idrico, che spesso impedisce di portare a termine le più banali operazioni domestiche e di vita quotidiana.

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