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Dove partorire in Abruzzo? L’ospedale di Chieti è tra i più performanti

In Abruzzo, le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano parti sono 9

In Abruzzo, le strutture pubbliche o private sanitarie accreditate che effettuano parti sono 9 e l’ospedale di Chieti è tra i più performanti. Nel presidio SS. Annunziata si effettuano 1.775 parti (dato del 2017). Tuttavia non rispetta, così come le altre strutture, la soglia ministeriale.

Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell'assistenza ospedaliera fissa i valori massimi relativi ai tagli cesarei primari al 25% (per gli ospedali che eseguono più di 1000 parti annui) e al 15% (per gli ospedali che ne effettuano meno di 1000).

Rispetto al parto vaginale, il parto con taglio cesareo comporta maggiori rischi per la donna e per il bambino, motivo per cui dovrebbe essere effettuato solo in presenza di indicazioni materne o fetali specifiche

spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico di Dove e come mi curo.it.

Nella nostra regione il 33,3% rispetta il valore di riferimento fissato a 1000 parti (nell'edizione precedente, riferita all'anno 2016, lo rispettava il 44%) mentre l’11,1% non rispetta il valore minimo di 500 nascite l’anno.

Per garantire una maggiore sicurezza, questi centri andrebbero accorpati o riconvertiti, ad esempio in ambulatori. Un discorso a parte va fatto per gli ospedali situati nelle valli o in montagna, località difficili da raggiungere, in cui dei punti nascita devono necessariamente esserci anche se i loro volumi di attività non sono in linea con gli standard

riferisce Grace Rabacchi, Direttore Sanitario dell'Ospedale Sant'Anna – A.o.u Città della Salute e della Scienza di Torino, presidio che si riconferma 1° in Italia per numero di bambini nati.

Dove partorire in Abruzzo?

La classifica regionale dei punti nascita più performanti per volume di parti (fonte dati: PNE 2018) vede alle prime posizioni il Presidio Ospedaliero SS. Annunziata di Chieti subito il Spirito Santo di Pescara. A seguire ci sono il Presidio Ospedaliero Avezzano Santi Filippo e Nicola di Avezzano (AQ), l’Ospedale Giuseppe Mazzini di Teramo e l’Ospedale San Salvatore dell'Aquila

L’esperienza conta anche nei reparti di maternità: più è alto il numero di parti eseguiti in un anno, più sono le garanzie di sicurezza per mamme e bambini. Questo è un dato da tenere ben presente prima di scegliere l’ospedale per far nascere il proprio bebè.

Ospedali grandi Vs strutture piccole

In riferimento agli ospedali più piccoli, delle città non centrali, si espone ancora Grace Rabacchi:

Per garantire una maggiore sicurezza, questi centri andrebbero accorpati o riconvertiti, ad esempio in ambulatori. Un discorso a parte va fatto per gli ospedali situati nelle valli o in montagna, località difficili da raggiungere, in cui dei punti nascita devono necessariamente esserci anche se i loro volumi di attività non sono in linea con gli standard

Taglio cesareo e parto naturale

La giusta proporzione di tagli cesarei, insieme ai volumi, è tra i fattori più importanti a cui guardare al momento di scegliere l'ospedale, perché è indicativo dell'adeguatezza dell’assistenza prestata. In Italia, il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera (DM 70) fissa i valori massimi relativi ai cesarei primari al 25% per le maternità che effettuano più di 1.000 parti annui e - come detto precedentemente - al 15% per quelle che ne eseguono meno di 1.000.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, invece, afferma fin dal 1985, che una proporzione di cesarei superiore al 15% non è giustificata.

Rispetto al parto vaginale, il parto con taglio cesareo comporta maggiori rischi per la donna e per il bambino, motivo per cui dovrebbe essere effettuato solo in presenza di indicazioni materne o fetali specifiche

spiega Elena Azzolini.

Sebbene l'Italia sia tra i Paesi che effettuano più cesarei in Europa, negli ultimi anni si è assistito a un costante miglioramento della situazione: dal dato medio nazionale del 29% del 2010 si è passati, infatti, al 23,3% del 2017 (anno in cui si stima che a oltre 17mila donne è stato risparmiato un taglio cesareo primario).

Nell'ultimo anno di valutazione la percentuale è scesa ulteriormente: nel 2016, infatti, la media nazionale si attestava al 24,5%. Rimangono, però, importanti differenze all'interno di ogni singola regione e tra le regioni su cui occorre lavorare.

La classifica regionale stilata per volumi di parti

Le 5 strutture che in Abruzzo effettuano un maggior numero di parti sono:

  1. Presidio Ospedaliero Spirito Santo di Pescara (n° parti: 2369) (cesarei: 38,4%)
  2. Presidio Ospedaliero SS. Annunziata di Chieti (n° parti: 1775) (cesarei: 32,88%)
  3. Presidio Ospedaliero Avezzano Santi Filippo e Nicola di Avezzano (AQ) (n° parti: 1002) (cesarei: 25,52%)
  4. Ospedale Giuseppe Mazzini di Teramo (n° parti: 953) (cesarei: 27,1%)
  5. Ospedale San Salvatore dell'Aquila (n° parti: 951) (cesarei: 24,41%)

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