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Osteoporosi, tour di sensibilizzazione anche in piazza Vico: in aumento il rischio fratture

La terza edizione della campagna 'Il Piatto Forte' nelle principali città di Abruzzo e Molise, con un tour nelle piazze di screening e sensibilizzazione sul rischio fratture da fragilità

L’osteoporosi in Italia colpisce 4 milioni di persone con età superiore a 50 anni, di cui 3 milioni e 200mila sono donne e 800 mila uomini. Una prima frattura è associata a un rischio quintuplicato di fratture successive o ri-fratture.

In Abruzzo e Molise si stima che almeno 200mila donne, con età superiore a 60 anni, soffrano di fragilità ossea, con aumento del rischio di fratture. Solo nel 2018, in Abruzzo, si sono registrati 1541 ricoveri per osteoporosi (con una degenza media di 13 giorni), oltre a 2200 ricoveri per fratture del femore. 

 "Se non trattata, l'osteoporosi rende le tue ossa fragili come porcellana". E' questo il claim della campagna 'Il Piatto Forte' che, giunta alla terza edizione, toccherà dal 24 al 29 giugno le principali città di Abruzzo e Molise, con un tour nelle piazze di screening e sensibilizzazione sul rischio fratture da fragilità. L'iniziativa è promossa dalla Fondazione italiana per la ricerca sulle malattie dell'osso in partnership con Amgen, Echolight, Senior Italia con il patrocinio di Regione Abruzzo, Regione Molise e della Simg.

A Chieti il tour farà tappa il 27 giugno in largo Gian Battista Vico.

"Non posso che plaudire a questa iniziativa perché accende i riflettori su una patologia ancora troppo sottovalutata e che colpisce in particolare noi donne, con conseguenze purtroppo molto spesso irreparabili - ha affermato Nicoletta Verì, assessore alla Salute Regione Abruzzo - di qui l'importanza della prevenzione, in cui entrano in gioco la corretta alimentazione, l'adeguato esercizio fisico e il supporto farmacologico, quando necessario.

"Le fratture ossee da fragilità hanno un forte impatto sia fisico che emotivo sui pazienti - ha spiegato Francesco Cipollone, professore ordinario di Medicina Interna, università d'Annunzio - A un anno da una frattura di femore, il 40% dei pazienti non è ancora in grado di camminare e l'80% presenta importanti limitazioni nello svolgimento di comuni attività quotidiane, come ad esempio guidare l'automobile. Con l'aumentare dell'età, aumenta la percentuale di pazienti che entro un anno da una frattura femorale necessita di un regime assistenziale a lungo termine (fino al 35.3% degli anziani di età superiore ai 90 anni) o devono affidarsi all'assistenza di familiari e conoscenti per una persistente compromissione della mobilità".
 

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