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Salute

Nasce a Chieti il primo gruppo on line di auto-aiuto in cui ci si cura con le fiabe

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Curare l’anima, il cuore e la mente con le fiabe, paradigma universale ed eterno di problemi comuni che, complice l’isolamento dei lunghi mesi di pandemia, sono emersi in tutto il loro dirompente fragore. Nasce per questo il primo gruppo di auto-mutuo aiuto social in cui Cenerentola non è più solo una ragazzina costretta a fare la sguattera dalle sorellastre a cui è incapace di ribellarsi, ma una donna che impara a gestire l’invidia e non teme il successo; Peter Pan non è più solo un marmocchio vestito di verde che ammalia con la sua leggerezza Wendy e Campanellino, ma un narcisista problematico capace di trascinare con sé una donna una relazione che le provoca dolore e sofferenza ma da cui non si sa liberare. Non di meno, Raperonzolo è l’inno alla necessità di ribellione che tutti, più o meno, proviamo in un certo momento della vita e il Mago di Oz è il cammino, non sempre semplice e lineare, che si intraprende per fare ritorno a sé stessi, perché nessun posto è come casa, a maggior ragione se quella casa è la propria profonda e intima natura. A creare SouLab, la community di self help su Facebook, è stata Manuela Toto, consulente famigliare di Chieti che da tempo, basandosi sui principi della dottrina Junghiana, usa le fiabe (non quelle edulcorate dai cartoni animati ma quelle più crude e spietate) per aiutare le persone ad affrontare in maniera costruttiva le fasi più delicate della propria vita.

“Tutto è iniziato per caso - spiega Toto - durante l’ultimo periodo di lockdown quando alcune persone che avevo aiutato mi chiesero di creare una community in cui trovare occasioni di confronto su temi condivisi. Dai problemi con le relazioni di coppia, emersi in maniera piuttosto evidente durante i periodi di convivenza costante imposti dalla pandemia, a quelli di autostima, fino a quelli di dipendenza affettiva”. Ad essersi iscritti alla community di SouLab, o meglio al gruppo chiuso in cui per 4 mattine a settimana Manuel Toto pubblica contenuti originali sui quali gli iscritti si confrontano, sono già state circa 130 persone. “La prima ad esserne stupita sono io - continua la terapeuta - perché non c’è stata alcuna pubblicità, ma un passaparola tra amiche (sono soprattutto le donne ad animare la pagina) che avevano bisogno di un luogo ‘protetto’ in cui confrontarsi, scambiare esperienze e avere un’opinione ‘professionale’ che le aiutasse a ritornare alla vita dopo i lunghi mesi di isolamento”. In SouLab, in effetti, non si partecipa a una seduta di psicoterapia di gruppo, ma, proprio come accade nei gruppi di auto-mutuo aiuto, ci si confronta, sostiene incoraggia a vicenda, sotto la guida di un professionista. “Il fatto che tante persone abbiano richiesto di iscriversi - conclude Manuela Toto - è l’ennesima riprova di quanto, in questi mesi di vita di isolamento sociale, è emerso. Il Covid ha causato, come danno collaterale, l’emergere di sofferenze psicologiche che, se non possono essere fortunatamente definite patologiche, necessitano però di ascolto e sostegno. Ecco con SouLab cerco di fare la mia parte, aiutando gli iscritti ad affrontare la ritrovata quotidianità con una consapevolezza nuova, forse più sofferta, ma di certo più vera”.

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