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Coronavirus, bar e ristoranti di Chieti dopo lo stop: "Le prospettive non sono buone"

L'ingresso nella "zona arancione" impone alla ristorazione il solo servizio da asporto e domicilio. Le parole dei ristoratori di Chieti

L'Abruzzo è passato dalla zona gialla a quella arancione. Ieri anche Chieti ha vissuto il primo giorno con le nuove restrizioni che comportano in particolare il divieto di uscire dal proprio Comune se non per motivi di lavoro e salute, e la chiusura al pubblico di ristoranti e bar, che resteranno in attività solo per il servizio da asporto. Sono soprattutto le attività a subire le nuove limitazioni dopo quelle legate all’ingresso nella zona gialla che già consentivano l’apertura al pubblico solo fino alle 18.

Ora le attività come il Bar Italia, in corso Marrucino, possono solo lavorare con il servizio d’asporto e a domicilio. "Davanti alla salute anche l’economia si deve fermare – dice il proprietario Daniele D’Antonio – le prospettive sono negative, però, e la preoccupazione sale".  Il bar deve per proseguire l’attività deve organizzarsi di nuovo. "Siamo già partiti con asporto e domicilio forti dell’esperienza della scorsa primavera. I nostri dipendenti sono in cassa integrazione ed è soprattutto a loro che va il mio pensiero".

Daniele DAntonio-2

Doveva, invece, partire anche con il servizio al tavolo per colazione e pranzo la pizzeria 3.2 handmadefood di via Arniense, gestita dalla famiglia Bascelli, ma non c’è stato il tempo a causa del repentino passaggio in zona arancione. "Ci sentiamo penalizzati – dice Angela Bascelli – purtroppo i lavoratori privati stanno pagando da soli la crisi creata da questa pandemia. Noi proseguiamo con asporto e domicilio ma non è la stessa cosa perché il rapporto con il cliente nel commercio è importante e in questo modo lo stiamo perdendo". Secondo Angela la vicenda è stata gestita male. "Io ho 28 anni e ho sempre lavorato ma nonostante questo ho l’impressione di vivere in un paese che non mi permette di costruire una famiglia. Sento tanta rabbia in giro soprattutto perché credo che il Covid oltre al grave problema sanitario abbia fatto emergere tutte le mancanze della nostra nazione".

Bascelli-2

Riflette sull’immediato futuro Niki Sprecacenere del wine bar Sprecacè che spiega come "giallo, arancione o rosso per noi non cambia molto, siamo già massacrati. Fin dalla chiusura e mezzanotte avevamo subito un grave colpo sugli incassi. Sull’asporto - prosegue Niki - stiamo aspettando prima di investire perché se poi dovessimo passare a zona rossa sarebbe un’altra spesa a vuoto. Si potevano evitare i bonus vacanza e investire sulla sanità ad esempio. Noi con gli aiuti statali non siamo riusciti a pagare neanche l’affitto e le bollette. Sarà un inverno molto lungo - conclude Niki - un mese fa avevo qualche speranza in più ma oggi sono abbastanza pessimista".

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