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"Registrati per il vaccino pur non appartenendo alle categorie fragili, serve una campagna di informazione"

È la denuncia del presidente della sezione abruzzese del Tribunale diritti e doveri del medico, Walter Palumbo

L'andamento della campagna vaccinale in Abruzzo non rispetterebbe i criteri di priorità stabiliti dal ministero della Salute. 

È la denuncia del presidente della sezione abruzzese del Tribunale diritti e doveri del medico, Walter Palumbo, che ha illustrato la situazione in una lettera inviata al presidente della Regione Marco Marsilio, all'assessore alla Sanità Nicoletta Verì, al direttore del dipartimento Salute Claudio D'Amario, al responsabile regionale della campagna vaccinazione Maurizio Brucchi e ai direttori generali delle Asl abruzzesi. 

Nella missiva, Palumbo ricorda le scala di priorità stabilita da un decreto dello scorso 12 marzo del ministero della Salute, che prevede che, dopo gli anziani, vengano vaccinate prima le persone vulnerabili o con disabilità gravi, quelle comprese fra 70 e 79 anni, quelle tra 60 e 69 anni, le persone con comorbità non gravi di età con meno di 60 anni e, infine, il resto della popolazione. 

Palumbo spiega che i medici impegnati nella campagna vaccinale hanno denunciato "numerosi accessi richiedenti la somministrazione di vaccini da parte di soggetti che si sono registrati come fragili, ritenendosi tali, pur non appartenendo alla categoria specifica e non conoscendo nel dettaglio cosa prevede in merito il decreto del ministero della Salute".

Va precisato che le registrazioni per le vaccinazioni in Abruzzo dedicate ai cosiddetti soggetti fragili si sono aperte a gennaio, due mesi prima del decreto del ministero della Salute del 12 marzo. 

Palumbo, però, accusa di "scarsa informazione non sufficientemente assolta dalle autorità preposte. Una situazione - prosegue - che genera spesso conflittualità fra il personale preposto alla vaccinazione e i soggetti che aspirano alla vaccinazione visto che, ritenendo di subire a loro parere la negazione di un loro diritto alla somministrazione del vaccino, chiedono in qualche caso l’intervento delle forze dell’ordine".

Per questo, il presidente della sezione abruzzese del Tribunale diritti e doveri del medico chiede di "utilizzare tutti i canali di informazione, specie quelli della stampa, ricorrere a manifesti e locandine da apporre nei luoghi più frequentati dal pubblico (in primis ospedali, distretti sanitari, studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, etc.) oltre che aggiungere anche sul sito web regionale preposto le tabelle contenute nel decreto del ministero della Salute suddetto".

"Altresì necessario - prosegue - sarebbe utile comunicare con una nota specifica alla popolazione abruzzese tutta anche la tipologia di vaccini da utilizzare per la somministrazione alle categorie previste dallo stesso decreto ministeriale e recepite dalla delibera di giunta menzionata".

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