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Tribunali minori, gli ordini forensi sollecitano la riapertura delle piante organiche del personale amministrativo

In una nota congiunta, gli ordini forensi di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto commentano gli ultimi provvedimenti e auspicano una definitiva salvaguardia dei quattro uffici giudiziari

Gli ordini forensi abruzzesi non provinciali plaudono alla proroga dell’apertura dei tribunali provinciali di Lanciano, Vasto, Avezzano e Sulmona, a rischio soppressione ma, allo stesso tempo, chiedono la riapertura delle piante organiche del personale amministrativo.

“Gli ordini forensi di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, nel prendere atto, con moderata soddisfazione, della intervenuta approvazione, presso le competenti Commissioni affari costituzionali e bilancio del Senato, di un emendamento al decreto “mille Proroghe” volto al differimento di un anno (al 1 gennaio 2025) del previsto termine di soppressione dei rispettivi tribunali e procure della Repubblica, sia pure a fronte dei tre o due anni più opportunamente proposti nei testi originari degli emendamenti in discussione, esprimono, invece, fermo e netto dissenso rispetto alla mancata previsione della più volte sollecitata riapertura delle piante organiche del personale amministrativo" si legge in una nota congiunta.

Gli ordini forensi  non provinciali auspicano anche “che detta proroga risulti utile e funzionale alla emanazione di un provvedimento normativo il quale, attraverso il continuo e proficuo apporto di tutte le forze parlamentari, assicuri la definitiva salvaguardia dei 4 uffici giudiziari, in linea con gli intenti emersi nell’incontro del 20 dicembre con il ministro Nordio, al fine di preservare la giustizia di prossimità, ad ineludibile tutela dei cittadini e delle imprese che vivono e operano nei rispettivi circondari”.

“Restano, dunque, in fiduciosa attesa di essere convocati, quanto prima, a quel tavolo tecnico-istituzionale preannunciato dal sottosegretario Delmastro Delle Vedove nel medesimo incontro del 20 dicembre scorso, allo scopo di apportare il loro contributo, tecnico e di esperienza, alla individuazione di soluzioni atte a porre rimedio, muovendo proprio dalla questione Abruzzo, alle gravi incongruenze della riforma della geografia giudiziaria concepita nel 2012 dal governo Monti – conclude la nota -  che si è rivelata oltretutto, lì dove attuata, deleteria e fallimentare, sia sul versante del presunto risparmio di spesa, che su quello della asserita maggior efficienza e celerità del sistema giustizia”.

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