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Terapie intensive al limite, il primario del SS. Annunziata: "Situazione critica anche a Chieti"

"Siamo al limite dal dover riconvertire completamente tutte le attività non Covid in Covid. La pressione è forte" dice il primario di terapia intensiva, Maggiore

Nella settimana che ha segnato un nuovo preoccupante record di posti letto occupati nelle terapie intensive in Abruzzo a causa dei ricoveri legati al Covid-19 (85 nella giornata di martedì) anche l’ospedale di Chieti si trova in difficoltà, con un tasso di occupazione molto alto nonostante la recente apertura di ulteriori posti letto. La situazione oggi appare più difficile rispetto alla prima ondata. A fare il quadro è Salvatore Maurizio Maggiore, docente di Anestesia e rianimazione all'università di Chieti e responsabile dell'Unità operativa complessa di anestesia e rianimazione dell'ospedale Santissima Annunziata.

"Rispetto a marzo - dichiara Maggiore all'Adnkronos Salute - siamo più preparati, abbiamo più posti letto stabili, abbiamo più attrezzature. Ma i numeri sono davvero importanti. E rimane un problema sostanziale che è quello del personale, un problema preesistente che certo non si risolve in pochi mesi. Le difficoltà, purtroppo, ci sono tutte".

Terapia intensive: la situazione al SS. Annunziata di Chieti

All’ospedale di Chieti sono tre le terapie intensive: una non Covid, una Covid da 8 posti letto, completamente piena, e una nuova Covid da 11 posti letto aperta da una settimana, anch'essa piena. Anche la disponibilità a livello regionale è molto limitata.

“Siamo al limite dal dover riconvertire completamente tutte le attività non Covid in Covid – riprende il primario del SS. Annunziata - .La pressione è forte: apriamo dei posti ma si riempiono rapidamente”. Anche il tasso di ospedalizzazione è molto alto, con l’aumento dei ricoverati per il Covid che, quando diventano gravi, necessitano il ricovero in terapia intensiva. Il quadro è serio e, secondo il medico, "nel caso non si riesca a controllare il contagio, il numero di malati e i casi gravi, rischiamo di trovarci in una condizione in cui le nostre capacità di assistenza verranno superate. È' fondamentale che la situazione si inverta rapidamente".

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