"Tariffe per centri anziani e disabili ferme a 10 anni fa, si rischia la crisi del settore": l'allarme di Confindustria
Il presidente della Provincia, Menna, raccoglie l'appello dell'associazione di categoria: "Mi farò portavoce della problematica con il comitato ristretto dei sindaci Asl"
“Le dotazioni economiche destinate dalla Regione al settore dei servizi sanitari territoriali dedicati alla terza età e alla disabilità sono ferme agli indirizzi del biennio 2001/2002. In assenza di opportuni correttivi, uno stato di crisi investirà il settore”. È il grido d'allarme lanciato da Confindustria Chieti-Pescara e raccolto dal presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna, che interesserà della questione il comitato ristretto dei sindaci Asl.
“A seguito della lettera del presidente della sezione sanità di Confindustria Chieti-Pescara, Antonio Monteferrante, in merito alle tariffe in Rsa, Ra e Rre e alla sua richiesta di provvedimenti volti alla revisione e all'aggiornamento delle stesse – dice Menna in un comunicato - mi farò portavoce presso il comitato ristretto dei sindaci della Asl di tale istanza affinché la problematica da lui sollevata venga presa in carico e affrontata, con lo scopo e l'obiettivo di risolverla. Condivido la sua preoccupazione circa l'acuirsi delle problematiche riguardanti l'assistenza territoriale e che 'in assenza di opportuni correttivi' saremo di fronte da qui a breve ad uno stato di crisi importante che investirà la stessa assistenza territoriale”.
“Condivido inoltre – continua il presidente della Provincia - la preoccupante questione riguardante le "dotazioni economiche destinate dalla Regione Abruzzo sugli anziani, sulle disabilità e sulle demenze ferme agli indirizzi del biennio 2001/2002, così come per il ricovero in strutture riabilitative ed in strutture residenziali quali appunto le Rsa, le Ra e le Rre dove continuano ad applicarsi gli importi previsti dalle deliberazioni di giunta regionali datate 2001/2002/2004, senza alcun aggiornamento negli anni e senza neanche la dovuta rivalutazione monetaria in quanto mai è stato fatto il semplice adeguamento agli indici Istat". Un problema che rischia di far implodere le strutture in quanto gli importi sono appena sufficienti a coprire gli oneri correnti e il costo del personale con serie quindi ripercussioni per tutti”.
“Negli anni successivi – aveva scritto Confindustria in una lettera indirizzata al comitato ristretto dei sindaci e al direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael – la stessa Regione, e di conseguenza le aziende sanitarie, tanto negli atti di programmazione, tanto nelle ricognizioni epidemiologiche, hanno certificato più volte la carenza di prestazioni nelle aree sopra indicate, stimando fabbisogni teorici di gran lunga superiori rispetto a quanto attualmente soddisfatto. A tali stime, tuttavia, non sono seguite le necessarie dotazioni finanziarie, inficiando così lo stesso scopo della ricognizione svolta”.