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Al via il taglio di 80 alberi a Chieti, il Wwf all'attacco: "Altro che politica verde, il Comune predica bene e razzola male"

L'associazione non condivide la politica del verde dell'attuale amministrazione: "Non esisteranno più i viali in città?"

"Bisognerà, a Chieti, cambiare il nome a molte strade, che non avranno più diritto a fregiarsi del prestigioso titolo di viale, termine che indica infatti una strada alberata mentre il capoluogo teatino rischia di non averne più". Inizia così il duro commento del Wwf Chieti Pescara alla notizia che l'amministrazione comunale si appresta a tagliare 80 alberi a rischio caduta sul colle e allo scalo.

Da lunedì 4 ottobre inzieranno gli interventi: su viale Benedetto Croce saranno rimossi 14 esemplari di tigli e platani, poi sarà la volta di via Ricci dove si interverrà su 7 piante di sofore (della specie delle acacie) e infine toccherà alle aree verdi di tutte le scuole di competenza comunale.

"Le eventuali ripiantumazioni non avverranno lungo le strade dove saranno operati i tagli, ma altrove - evidenzia il Wwf - il provvedimento segue quello già parzialmente attuato in alcune aree cittadine, ad esempio alla villa comunale, dove la semplice osservazione dei monconi delle essenze appena abbattute aveva a suo tempo dimostrato che il rischio caduta era nella gran parte dei casi del tutto inesistente. Una consapevolezza che però non ha favorito ripensamenti visto che i tagli ricominciano".  

L'associazione ambientalista smentisce anche il fatto che il Comune abbia condiviso la decisione con la stessa e altre realtà analoghe.  "Ameno per quanto riguarda il Wwf - spiegano -  c’è stata soltanto una telefonata, ieri, del sindaco e dell’assessore che hanno annunciato l’avvio dei lavori previsto per lunedì. Questa è una informazione e non certo una condivisione, alla quale peraltro abbiamo replicato subito chiarendo che non si apprezzava una simile scelta e che avrebbe reso pubblico il proprio dissenso".

E aggiunge: "Se davvero tutti gli alberi condannati fossero in condizioni precarie di stabilità bisognerebbe recitare il mea culpa per decenni di manutenzione carente, chiedere i danni per lavori sui sotto-servizi che hanno danneggiato le radici, cercare soluzioni che possano evitare la morte di 80 alberi. La decisione sulla strage, perchè questa è la parola giusta per definire un intervento di tali proporzioni, spetta al Comune. Il rimpallo di responsabilità tra la vecchia e la nuova amministrazione è solo stucchevole parodia di quello che dovrebbe essere un dibattito politico serio. L’unica realtà che conta è che il patrimonio verde che appartiene ai cittadini di Chieti diventerà sempre più povero, a dispetto degli impegni formali che ogni giorno vengono ribaditi dall’amministrazione municipale a parole e anche con la partecipazione a eventi che invece vorrebbero promuovere città più a misura d’uomo, ricche di piante e di spazi naturali. Il verde offre ossigeno, contrasta l’inquinamento atmosferico, offre riparo dall’eccessiva insolazione… Tagliare - concludono dal Wwf - (peraltro senza ripiantare o al più piantando altrove) avrà effetti enormemente negativi. Anche sulla credibilità di chi, evidentemente, non tiene nel giusto conto l’antico detto popolare che non apprezza chi predica bene ma razzola male". 

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