Tumore del polmone, uno studio della d'Annunzio pubblicato sulla rivista internazionale “Cell Death & Disease”
La ricerca, in collaborazione con King’s College di Londra e MediaPharma, parla delle potenzialità terapeutiche di una nuova combinazione di farmaci a bersaglio molecolare
È stato pubblicato sulla rivista internazionale “Cell Death & Disease” uno studio sulle potenzialità terapeutiche di una nuova combinazione di farmaci a bersaglio molecolare per la cura di un particolare tipo di tumore del polmone.
Lo studio è il frutto di una collaborazione tra i ricercatori del Cast (Center for Advanced Studies and Technology) dell’università d’Annunzio, del King’s College di Londra coordinati dal professor Tony Ng, e di MediaPharma, biotech nata nel 2009 come spin-off della d’Annunzio.
Gli studiosi hanno dimostrato che, per mezzo della terapia di combinazione con l’anticorpo monoclonale anti-HER-3, chiamato EV20, è possibile contrastare l’insorgere della di resistenza all’Osimertinib, farmaco utilizzato in prima linea nel trattamento di pazienti affetti da carcinoma del polmone con mutazioni del recettore EGFR.
"Il tumore del polmone - sottolinea il professor Gianluca Sala, docente di Biochimica al dipartimento di Tecnologie Innovative in Medicina e Odontoiatria della d’Annunzio e co-autore dello studio - rappresenta la prima causa di morte per neoplasia nei paesi industrializzati. Sebbene le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia abbiano aumentato in maniera significativa la sopravvivenza dei pazienti affetti da cancro al polmone, l’insorgenza di fenomeni di resistenza legati alle terapie rappresenta un grave problema a livello clinico. Questo nuovo studio, seppur preclinico - spiega il professor Sala - identifica una nuova efficace formulazione terapeutica composta da due farmaci a bersaglio molecolare, un inibitore chimico delle tirosin-chinasi (small molecule) ed un anticorpo monoclonale (immunoterapico). È importante notare - conclude il professor Gianluca Sala - che questo studio pone le basi molecolari per sviluppare terapie di combinazione personalizzate trasferibili alla sperimentazione sull’uomo in tempi ragionevolmente rapidi".