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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Parte la spedizione per l’Everest: la d’Annunzio studia le risposte ad alta quota

Il professor Verratti del Dipartimento di scienze psicologiche dell’università di Chieti, ‘principal investigator’ della spedizione, da Kathmandu racconta come nasce lo studio

Al via il progetto internazionale 'Lobuje peak-pyramid: exploration & physiology 2022': dal 20 ottobre all’8 novembre un gruppo di 22 italiani partecipa alla spedizione sull’Everest. Il gruppo, dopo un anno di preparazione fisica e mentale, sfiderà i propri limiti per arrivare alla base dell'Everest presso la Piramide di Desio, osservatorio e laboratorio internazionale a 5000 m di quota. Durante la salita sono previsti due giorni di acclimatamento a 3500 metri.

A trainare il progetto di ricerca è l’università d’Annunzio di Chieti-Pescara, con gli esperti provenienti da 12 atenei italiani ed esteri, oltre a 7 centri di ricerca internazionali: l'obiettivo è  rilevare, registrare e studiare durante le varie tappe del viaggio i parametri fisiologici e clinici, le performance fisiche individuali e l'impatto psicologico che un viaggio del genere può avere su degli sportivi a livello non agonistico. 

"Il progetto – spiega all'agenzia di stampa Dire, che supporta e segue il progetto, il professor Vittore Verratti del Dipartimento di Scienze Psicologiche, della Salute e del Territorio dell'università d'Annunzio -.  è nato dal precedente studio 'Kanchenjunga: exploration & physiology 2019' e ha come protagonisti 13 uomini e 9 donne di nazionalità italiana di età comprese tra i 20 e i 60 anni, sportivi sì ma non a livello agonistico e accumunati sicuramente dall'amore per la montagna. Sarà questa una vera spedizione scientifica dal carattere squisitamente ecologico”.

Al centro dello studio le risposte adattative del corpo umano all'alta quota, tenendo in considerazione la 'differenza di genere', l'età e l'appartenenza a diverse etnie. 

La prima tappa è iniziata oggi da molteplici test effettuati all'interno del policlinico di Kathmandu. "Un monitoraggio che è realizzato in 'baseline' cioè a livello del mare. Nello specifico stiamo realizzando sul gruppo dei test neuropsicologici, test cardiorespiratori, test di emogasanalisi, le spirometrie ma anche prelievi ematici e raccolta di saliva. Inoltre saranno effettuati sui partecipanti anche esami urodinamici. Domani seguiranno altri test. Tutte queste prove medico scientifiche saranno interamente ripetute quando arriveremo, nel corso del viaggio, all'interno del laboratorio Piramide in alta montagna per indagare come l'altitudine impatta sui valori dei singoli partecipanti" spiega ancora il professor Verratti.

Durante l'intero viaggio il gruppo sarà seguito da una equipe medica composta da medici e psicologi di alto profilo. Dopo una prima fase di scalata i 22 partecipanti verranno monitorati all'interno del laboratorio-osservatorio internazionale Piramide, base scientifica, situata a Lobuche, nel distretto di Solukhumbu, in Nepal, sul versante meridionale del monte Everest ad un'altitudine di 5000 metri. Un luogo di alto profilo e di valore scientifico dove possono accedere solo pochi gruppi, composti da scienziati internazionali che sviluppano progetti approvati dall'associazione EV-K2-Minoprio e dal governo nepalese.

Il progetto scientifico è parte integrante del progetto dal titolo 'fisiologia clinica della risposta ipossica' approvato in maniera definitiva dal 'Comitato etico delle Province di Chieti e Pescara' e si sviluppa all'interno di un accordo quadro fra l'università 'G. d'Annunzio e l’associazione EV-K2-Cnr stipulato nel 2018. 

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