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Sciopero generale dei sindacati di base: presidio davanti alla Prefettura

L'iniziativa, indetta da Cobas, Cub, Sgb, Slai Cobas, Usb, Usi Cit, è organizzata per protesta contro una serie di misure ritenute peggiorative per i lavoratori e chiederne di migliorative

Sciopero generale dei sindacati di base, domani (lunedì 11 ottobre), con un presidio davanti alla prefettura, in corso Marrucino, dalle ore 10, in contemporanea con molte altre città italiane. 

L'iniziativa, indetta da Cobas, Cub, Sgb, Slai Cobas, Usb, Usi Cit, è organizzata per protesta contro una serie di misure ritenute peggiorative per i lavoratori e chiederne di migliorative.

I sindacati dicono no allo sblocco dei licenziamenti e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, a quelli che definiscono "i ricatti" e le sospensioni del reddito per mancanza di Green Pass. Chiedono invece "forti aumenti salariali e reddito universale per i disoccupati, un sistema unico di ammortizzatori sociali per garantire la continuità del reddito, il rilancio degli investimenti pubblici in sanità, trasporti, scuola, casa, un incremento dell’edilizia residenziale pubblica e popolare, una conversione ecologica sociale vera e non al servizio del profitto, il diritto di assemblea nei luoghi di lavoro, per le organizzazioni sindacali non concertative, oggi negate ad esse anche con il silenzio collaborativo delle organizzazioni, concertative", accusano. 

Lo sciopero riguarda anche il mondo della scuola. I sindacati che hanno organizzato la protesta chiedono il rinnovo del contratto collettivo nazionale, scaduto da 3 anni, "con un significativo recupero per tutti del potere d’acquisto degli stipendi, calato del 20 % negli ultimi decenni; il ruolo unico per i docenti di ogni ordine di scuola; la riduzione del numero degli alunni per classe (massimo 20, 15 in presenza di alunni diversamente abili); investimenti massicci nell’edilizia scolastica e nel trasporto pubblico, con interventi sia immediati che di lungo periodo, per garantire effettivamente la scuola in presenza e in sicurezza; l’assunzione di tutti i docenti con 3 anni di servizio e degli Ata con 2; l’abbandono dell’algoritmo per assunzioni e supplenze con convocazioni in presenza; la revisione dei criteri per l’organico Ata (aumento continuo delle competenze richieste agli amministrativi; spazi da gestire e numero di esonerati dalle pulizie per i collaboratori; estensione dei laboratori informatici al primo ciclo per i tecnici). 

Dicono no "alla didattica delle competenze addestrative (che ha prodotto solo analfabetismo cognitivo) e per una nuova scuola che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi" e all'obbligo di green pass. Inoltre, chiedono "tamponi salivari gratuiti e con efficacia settimanale per chi non può o non vuole vaccinarsi; presidi sanitari nelle scuole per valutare l’andamento della pandemia e tutelare la salute di lavoratori e studenti". 

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