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Riforma delle concessioni balneari: la Regione presenta ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la decisione con la quale il Consiglio di Stato nel novembre 2021 ha prorogato le concessioni balneari fino alla fine del 2023, si applica solo alle concessioni "nuove"

Mentre governo e Parlamento preparano la normativa che dal gennaio 2024 regolerà le gare e le future concessioni balneari la Corte di Cassazione ha stabilito che la decisione con la quale il Consiglio di Stato nel novembre 2021 ha prorogato le concessioni balneari fino alla fine del 2023, si applica solo alle concessioni "nuove", successive al Dl 194 del 2009 che ha introdotto proroghe tacite.

"Qualche giorno fa la Regione Abruzzo, insieme a molte sigle di categoria - fa sapere l'assessore regionale al demanio marittimo, Nicola Campitelli - ha depositato in cassazione un ricorso per ribaltare la sentenza ed è l'unica in Italia ad aver intrapreso questa strada per tutelare con ogni strumento utile i balneatori e le loro attività difendendo con forza la normativa nazionale sulla proroga al 2023 delle concessioni".

Secondo Campitelli "l'adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha avuto una funzione diversa da quella meramente giurisdizionale spingendosi a quella legislativa, e di fatto ha introdotto un regime speciale per il settore. Questo ricorso è solo un primo passo, ma siamo sulla strada giusta per difendere le tante famiglie e il tessuto economico non solo regionale, ma nazionale e spero che la Cassazione possa condividere queste istanze".

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