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Ricorso caccia, per la prima volta la Regione Abruzzo condannata a pagare le spese legali

Condannata dal Tar, assieme alla Federazione Italiana della Caccia e Movimento Scelta Etica, al rimborso delle spese legali per il ricorso delle associazioni ambientaliste contro il calendario venatorio

Il Tar dell’Aquila ha condannato la Regione Abruzzo, la Federazione Italiana della Caccia e il Movimento Scelta Etica al rimborso delle spese legali per il ricorso delle associazioni ambientaliste contro il calendario venatorio per la stagione 2021-2022.

Lo rende noto il Wwf Italia, che con Enpa, Lipu, Lav e Lndc Animal Protection aveva presentato il ricorso, tramite gli avvocati Michele Pezone ed Herbert Simone, contro il calendario venatorio della Regione Abruzzo sul quale erano intervenuti ad opponendum la Federazione Italiana della Caccia e il Movimento Scelta Etica.
Nella sentenza il Tar ha dichiarato “l’improcedibilità del ricorso per sopravvenuto difetto di interesse perché il calendario venatorio ha esaurito i propri effetti per scadenza del termine di efficacia”. Lo stesso aveva già disposto a suo tempo la sospensiva del calendario stesso per le parti impugnate, accogliendo le richieste delle associazioni ambientaliste e impedendo così l’anticipo della stagione venatoria previsto dalla Regione. 

“Quest’anno – sottolinea il Wwf Abruzzo in una nota - il Tar ha voluto aggiungere alcune considerazioni riguardo alla condotta 'pervicace e reiterata' della Regione Abruzzo 'violativa della disciplina in materia' e ha condannato i soggetti che si sono esposti contro il ricorso delle associazioni al rimborso delle spese legali”.  

La sentenza sottolinea come sia stata posta in essere da parte della Regione Abruzzo una “sostanziale violazione dei principi generali in materia di cui alla legge n. 157/1992 che impone alle Regioni di assicurare compiutamente e concretamente le misure indispensabili per assicurare concretamente la sopravvivenza e la riproduzione delle specie cacciabili”. 
“Appare però incomprensibile – osserva l’associazione ambientalista - come la discussione su una questione tanto complessa come quella venatoria debba essere ogni anno rimandata sui tavoli dei tribunali invece di essere oggetto di un dialogo costruttivo con le parti interessate e di una programmazione che ponga come obiettivo principale e imprescindibile la tutela della preziosa fauna abruzzese. La Regione Abruzzo, al pari peraltro di molte altre Regioni italiane, da anni conferma scelte che poi vengono puntualmente impugnate dalle associazioni ambientaliste e cassate dal giudice amministrativo, spendendo così fondi pubblici per il lavoro degli uffici regionali competenti e dei tribunali amministrativi”.  
 

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