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Dopo i ricorsi la piccola Amanda ha finalmente le sue terapie, ma in Abruzzo bisogna lottare per un diritto riconosciuto

Autismo Abruzzo racconta la storia di una bambina di Ortona con diagnosi di disturbo dello spettro autistico bisognosa di cure fondamentali. Che sono arrivate però dopo oltre un anno

Dopo i ricorsi e le battaglie della famiglia la piccola Amanda, un bambina di 7 anni con diagnosi di disturbo dello spettro autistico di grado moderato, finalmente può avere le sue terapie. Una vittoria sì ma per un diritto riconosciuto, come racconta Autismo Abruzzo onlus portando all’attenzione dei media l’ennesimo caso di una famiglia costretta a lottare per ottenere le terapie dopo la diagnosi nello spettro autistico davanti alla quale, pur consapevoli che l’intervento precoce può aiutare, si resta “sospesi” per mesi o per anni prima che qualcosa accada.

Un anno fa lo “sportello di ascolto” di Autismo Abruzzo ricevette la mail della madre della piccola Amanda, che ai tempi frequentava l'ultimo anno della scuola dell'infanzia di Ortona, scoraggiata dai tempi d'attesa “estenuanti” davanti a bimbi disabili che hanno bisogno di cure fondamentali per la loro crescita. “Le terapie Aba private sono costosissime e non sostenibili per noi – scriveva la mamma all’associazione - ma soprattutto crediamo in questo percorso riabilitativo e crediamo che come tante altre cose i diritti debbano essere fatti valere, specie se riguardano persone fragili”.

Dopo alcuni incontri con la famiglia, il 18 maggio 2022 fu inviata la prima diffida alla Asl di Chieti e alla Regione Abruzzo. Successivamente il direttore del Dipartimento regionale per la sanità invitò la Asl ad effettuare le verifiche necessarie ai fini di una pronta attivazione dei trattamenti previsti ed autorizzati. “Purtroppo non accadde nulla e fummo quindi costretti a depositare l’ennesimo ricorso: udienza in tribunale di Chieti per il 6 dicembre 2022. Integrazioni documentali, chiarimenti della Asl, verifiche sulla disponibilità di budget e ulteriori informazioni richieste dalla Fondazione Oltre le Parole hanno determinato altri mesi di attesa” racconta il presidente dell'associazione Autismo Abruzzo Onlus Dario Verzulli. 

Oggi finalmente la piccola Amanda ha le sue terapie, oltre un anno dunque per erogare un servizio che è un diritto. “In questo lasso di tempo la famiglia di Amanda ha lottato per un servizio dovuto e non erogato solo perché la Regione Abruzzo e la Asl di Chieti non sono state in grado di rispondere alle necessità della bambina. In questo periodo – dice ancora l’associazione - Autismo Abruzzo e l’avvocato Gianni Legnini, senza alcun contributo e a titolo completamente gratuito, hanno sostenuto la battaglia di questa famiglia. Grazie ai genitori per la fiducia accordataci e per aver deciso di condividere la loro esperienza a favore di quelle famiglie che ancora oggi sono in attesa e con i diritti sospesi. La mancata applicazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza sanitaria) e una inadeguata programmazione dei servizi e del budget espone le famiglie con autismo della nostra regione a lottare per un diritto riconosciuto”. E la serenità della famiglia è un valore importante che le istituzioni dovrebbero tutelare.

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