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"La Regione Abruzzo taglia i fondi per la vita indipendente": l'allarme della Cgil

Stando ai numeri diffusi dal sindacato, le somme stanziate ammontano a 600mila euro, a fronte di domande per un totale di oltre 4milioni di euro: solo il 14% delle richieste, cioè 72 su 511, potrà essere soddisfatto

"Sui fondi per la 'Vita indipendente' assistiamo a un vergognoso e irresponsabile atteggiamento della giunta regionale, che, di fatto, dichiara la morte delle politiche per la disabilità. Le somme stanziate ammontano a 600mila euro, a fronte di domande per un totale di oltre 4milioni di euro: solo il 14% delle richieste, cioè 72 su 511, potrà essere soddisfatto. Questo è un attacco all'autodeterminazione e, quindi, alla dignità e alla vita di tante persone con gravissima disabilità". È la denuncia del segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, e del responsabile regionale Cgil Ufficio politiche per la disabilità, Claudio Ferrante, a proposito della graduatoria per i fondi regionali di 'Vita indipendente'. I rappresentanti sindacali si dicono pronti a "clamorose azioni di protesta".

La Regione Abruzzo, come prevede la legge regionale n. 57 del 23 novembre 2012, si sta apprestando a pubblicare la graduatoria, ma le risorse stanziate ammontano a 600mila euro, a fronte di risorse necessarie pari a 4.286.000 euro per dare una risposta alle 511 istanze avanzate.

"L'anno scorso - ricordano Ranieri e Ferrante - ci fu una situazione analoga, ma grazie alla battaglia della Cgil alla fine furono trovate risorse per coprire il 100% delle domande. Il diritto alla vita indipendente, d'altronde, viene sancito dalla legge 162 del 1998 e ribadito dall'articolo 19 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata con la legge 18 del 3 marzo 2009".

"Forse alla Regione Abruzzo non è ben chiaro cosa significhi 'Vita Indipendente'. La persona disabile - sottolineano i due esponenti Cgil - può gestire in prima persona la propria vita sulla base della valutazione dei propri bisogni e progetti. La Vita Indipendente promuove l’integrazione sociale delle persone con disabilità e favorisce la domiciliarità. In altre parole, un notevole risparmio sulla spesa sociale e sanitaria, attenuando l’onere assistenziale a carico delle famiglie. In estrema sintesi, Vita Indipendente vuol dire migliorare la qualità della vita della persona disabile e di chi gli sta accanto".

"Lo stanziamento di soli 600mila euro rappresenta un colpo mortale all’intero welfare sulla non autosufficienza. Forse - aggiungono - né il governatore Marco Marsilio né l’assessore alle Politiche sociali, Pietro Quaresimale, si rendono conto che escludere l’86% delle persone con gravi disabilità che hanno fatto domanda significa interrompere il percorso di vita di tanti cittadini che grazie a questa legge sono andati a vivere autonomamente, distaccandosi dai propri nuclei familiari. Vuol dire interrompere il rapporto di lavoro con i propri assistenti, disintegrare l’autodeterminazione e la dignità delle persone con disabilità".

Ranieri e Ferrante, nel chiedere un incontro urgente a Marsilio e Quaresimale, auspicano che la Regione possa "fare marcia indietro e stanziare la somma necessaria per garantire l’autodeterminazione a tutte le persone che in Abruzzo abbiano inoltrato la domanda. In assenza di risposte concrete e novità - concludono - siamo pronti a clamorose azioni di protesta, a tutela di tantissimi cittadini con disabilità".

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