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17enne autistico rischia lo sfratto dalla struttura specializzata che lo accoglie perché la Asl non paga la retta

La vicenda denunciata da Autismo Abruzzo onlus: il ragazzo di Chieti si trova lì da due anni e ha raggiunto numerosi progressi e autonomia, ma ora rischia di vanificare tutto

La Asl non paga la retta di una struttura in provincia di Lecce dove è ospitato Carlo, un 17enne autistico di Chieti. E, ora, il ragazzo rischia lo sfratto. 

È la complicata vicenda raccontata dall'agenzia Ansa e segnalata dall'associazione Autismo Abruzzo onlus. Da tempo, il presidente Dario Verzulli sollecita la Regione ad attivarsi per adeguare la rete dei servizi residenziali ed evitare una mobilità passiva onerosa. 

Oltre al 17enne teatino, ci sono altre 9 persone, 7 giovani e 2 adulti autistici, costretti a rivolgersi a strutture residenziali di Puglia, Marche, Emilia Romagna, Lombardia perché in Abruzzo non esistono luoghi simili in grado di garantire interventi riabilitativi a persone che necessitano di assistenza di operatori specializzati h24. Almeno altri dieci, sempre dalla nostra regione, sono in attesa di essere accolti.

Il caso di Carlo è emblematico. Il ragazzo si trova da due anni nella struttura pugliese, dove è riuscito ad acquisire tranquillità e autonomia. Ora, però, non può restarci: la Asl competente non ha corrisposto, nell'ultimo anno, la retta pattuita di 240 euro al giorno. La cooperativa che gestisce la struttura ha ottenuto un decreto ingiuntivo all'azienda sanitaria per 70mila euro, ma la Asl ha annunciato un ricorso. Dunque, ora Carlo dovrà lasciare la struttura. 

"Carlo è cresciuto in famiglia fino a 16 anni, supportato da intervento abilitativo intensivo arrivato a un sostegno 24h su 24h, poiché il suo autismo, pur caratterizzato da buone competenze di linguaggio e apprendimento, comportava agiti talvolta pericolosi per sé e gli altri", racconta la madre all'Ansa.

"Già un anno dopo averlo accolto la struttura pugliese, in mancanza dei pagamenti della Asl, comunicò che non poteva più ospitare Carlo", racconta il presidente di Autismo Abruzzo onlus Verzulli.

A quel punto, l'azienda sanitaria chiese un progetto terapeutico per valutare l'idoneità dell'intervento e propose infine di corrispondere una retta inferiore, ma la richiesta non fu accettata.

"Quello che non capiamo - dice Verzulli - è come la Asl possa affermare, ora, dopo aver dato a suo tempo l'autorizzazione, che la struttura, essendo non accreditata, è 'inadeguata alle necessità del paziente', adducendolo come pretesto per non pagare la retta. Un altro brusco cambiamento di ambiente per Carlo significherebbe vanificare tutti i progressi fatti in questi due anni". 

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