Sette primari contro l'operato del direttore della Asl: "Poca condivisione con la dirigenza medica del SS. Annunziata e con l'università"
Disertata la riunione aziendale. In una lettera indirizzata al direttore Schael e ai vertici della d'Annunzio e della Regione i direttori di sette Unità manifestano il proprio dissenso
Poca o inesistente condivisione di scelte strategiche con la dirigenza medica deIl’ospedale di Chieti, soprattutto con la parte universitaria e decisioni “non rispondenti alle reali esigenze assistenziali ed universitarie”. Con queste motivazioni un gruppo di primari del SS. Annunziata ha deciso ieri di disertare la riunione con la direzione aziendale della Asl Lanciano Vasto Chieti. Un dissenso non più ignorabile quello maturato negli ultimi 4 anni nei confronti dell'operato della direzione generale della Asl alla quale è stata recapitata una lettera, destinata anche al rettore dell’università d’Annunzio e alla Regione Abruzzo. A sottoscriverla i direttori di sette dipartimenti: i professori Umberto Benedetto (Uoc Cardiochirurgia), Roberto Buda (Ortopedia e Traumatologia), Adelchi Croce (Otorinolaringoiatria), Massimo Caulo (Diagnositica per immagini, Salvatore Maurizio (Anestesia e Rianimazione), Felice Mucilli (Dipartimento chirurgico ff) e Luigi Schips (Urologia).
Tutti concordi nel descrivere "un desolante scenario” nel quale “si inseriscono le problematiche relative al percorso chirurgico: carenza cronica di personale, approvvigionamenti effettuati saltuariamente ed in modo costantemente incompleto, sedute operatorie insufficienti, sale operatorie inadeguate. La promessa, mai mantenuta, di realizzare sale operatorie ibride “futuristiche” si muove nella stessa direzione della recente operazione di maquillage tanto costosa quanto superficiale ed ininfluente ai fini del miglioramento dell'attività chirurgica. D'altro canto – sostengono i primari - la proposta di soluzioni minimali quale l'istituzione di una chirurgia ambulatoriale presso l'ospedale di Atessa non può certo far fronte aII'emorragia di pazienti che cercano di soddisfare al di fuori della Asl e Ioro esigenze di cura. In decisa contraddizione con i continui proclami, l'aggiornamento tecnologico di questa Asl è stato irrilevante, spesso mascherato dall'acquisizione di tecnologia minimale e spesso ricondizionata. In questi quattro anni tale gestione si è tradotta in un aumento delle liste di attesa, ritardo diagnostico e terapeutico di malattie gravi e conseguente esodo sanitario verso Aziende più efficienti. La continua promessa di costruzioni di nuove palazzine, di progetti edilizi irrealizzabili per mancanza di una progettazione professionale e contestualizzata, di tempi di realizzazione compatibili con le attuali gravi carenze dell'ospedale e privi di reali coperture finanziarie contrasta con il nulla fino ad ora realizzato e Io stato di abbandono dell'ospedale di Chieti”.
Sul rapporto di convenzionamento con l'università d'Annunzio, la direzione dell’azienda sanitaria viene accusata dai professori di "ignorare nelle sue scelte le esigenze deII’Ateneo", assieme ai processi e ai requisiti di accreditamento delle scuole di specializzazione. “L’università – spiegano - viene intesa esclusivamente come un serbatoio dal quale attingere medici in formazione specialistica o neo specialisti da impiegare per colmare carenze di personale, dovute anche alla scarsa attrattività di una Azienda non in grado di sviluppare strategie mirate a favorire l'occupazione sia nelI'ospedaIe principale che in quelli decentrati” Poi l’accusa: “L'ostilità della direzione generale verso la parte più produttiva ed attiva deII’università ha portato l'Azienda a perdere finanziamenti ministeriali e a creare volutamente una conflittualità che ha consegnato le decisioni più importanti nelle mani di pochi consenzienti".
Secondo i primari del SS. Annunziata, dunque, "la scelta di assegnare ad un universitario convenzionato la direzione di due Dipartimenti oltre alla direzione sanitaria aziendale non può essere intesa come un gesto di apertura verso l'università. Essa deve essere intesa piuttosto come una assegnazione personale, non funzionale e potenziale causa di conflitti di interesse e come un cavallo di Troia della direzione generale per introdurre malcontento e generare divisioni all'interno delI’università. Una strategia di controllo assoluto – concludono - tanto antica quanto insopportabile ed in un contesto, quello della salute pubblica e della formazione dei medici specialisti del futuro, che richiederebbe pluralità di competenze e di vedute, equilibrio, condivisione di idee e capacità di sintesi".