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"I nostri figli non sono pacchi": dopo la sospensione della pediatra, la protesta delle associazioni dei familiari di bimbi fragili

I genitori rivendicano la continuità assistenziale, soprattutto per situazioni particolarmente delicate e che necessitano una conoscenza del singolo caso da parte del medico che assiste il bambino

Non accennano a spegnersi le polemiche sull'annullamento della convenzione con la Asl della pediatra Cristina Puglielli, un atto obbligato per l'azienda sanitaria dopo una decisione del Tribunale amministrativo regionale. 

Le presidenti della Fondazione Anffas Rosa Blu di Chieti e dell'associazione Inclusiamo, Erika Toto e Anna Gloria Di Leo, lamentano la mancanza di "continuità assistenziale" per i bambini coinvolti dalla decisione del Tar, soprattutto quelli più fragili. 

"Ci chiediamo - spiegano Toto e Di Leo - se chi di dovere è stato scrupoloso nel pensare ai disagi provocati in questo periodo così straordinario, mettendo in difficoltà tante famiglie che si sono trovate, dall’oggi al domani, senza livelli essenziali di assistenza. Il pediatra non è soltanto un medico, diventa un punto di riferimento fondamentale tra le strutture specializzate, deputate all’assistenza, e le famiglie".

Per i genitori che vivono le fragilità dei propri figli, denunciano le presidentesse delle assocazioni, "è legato al fatto di essersi trovate al buio più totale nelle lunghe attese burocratiche che non hanno permesso una sostituzione tempestiva. Ciò ha creato problemi essenziali: ad esempio, per ottenere determinati farmaci particolari, bisogna avere il certificato del pediatra e inviarlo alla farmacia ospedaliera di riferimento, così come per altri medicinali salvavita".

"Come si può pensare - incalzano - che un nuovo pediatra acquisisca in breve tempo tutte le conoscenze del caso relative alle patologie di bambini con problematiche intellettive, relazionali e del neurosviluppo? E come si può credere che bambini con problematiche comportamentali, anche molto importanti, si interfaccino con una nuova figura medica dopo che la precedente ha interagito in modo egregio con loro instaurando una complicità clinica? I nostri piccoli fragili hanno già patito parecchio in questo periodo di restrizioni e le famiglie che rappresentiamo si sentono estremamente afflitte e abbandonate. La Asl ci dice che possiamo optare per un altro pediatra di libera scelta, ma questo principio viene a mancare in quanto non vi è la principale variabile, cioè la scelta". 

"Come associazioni - concludono - tuteliamo i diritti dei fragili, non vogliamo entrare in merito a questioni prettamente burocratiche bensì siamo qui a precisare che ci troviamo nell’impossibilità di scegliere e nel più totale disservizio sanitario. Siamo convinti che nessuna forma di violenza, seppur indiretta, debba essere fatta nei confronti dei bambini tanto più da parte delle istituzioni. I nostri figli non sono pacchi". 

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