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Progetto Mirò, Febbo: "Le opere non sono sanabili, non ci sono presupposti perché possa andare avanti"

Il consigliere di Forza Italia invita i Comuni di Chieti e Cepagatti a seguire le indicazioni della Regione "mettere in atto tutte le azioni per l'abbattimento e la bonifica o rigenerazione delle aree"

“Quella del Forum H20 è una denuncia, se pur legittima e comprensibile, che non trova riscontro amministrativo, legale e politico". Così il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Mauro Febbo, replica all'invito alla mobilitazione lanciato ieri.

"Le norme sciagurate della sanatoria 2017 del Governo Gentiloni - dice il consigliere - non trovano applicazione nella fattispecie, come ho più volte ribadito e così come confermato da consulenti e tecnici che si sono espressi a riguardo. I lavori eseguiti dalla Sile Costruzioni, senza autorizzazioni, non rispondono ai registri di sicurezza, come i recenti eventi atmosferici, anche se non particolarmente copiosi e prolungati, hanno dimostrato. Dal punto di vista ambientale in diverse occasioni si è espresso il Comitato Via e sono state confermate dal tribunale amministrativo. Inoltre, il progetto è  in contrasto con lo sviluppo socio-economico del territorio come ho più volte sottolineato personalmente e a nome del governo e della maggioranza regionale attuali".

"L'area metropolitana Chieti-Pescara - incalza il consigliere regionale - ha già il triste record europeo (non nazionale) di percentuale più alta tra occupazione di metri quadrati della grande distribuzione rispetto alla popolazione; peraltro, gli effetti delle vendite e-commerce stanno prendendo il sopravvento, tanto che grandi gruppi sono entrati in forte sofferenza. Recenti studi delle dinamiche economiche infatti hanno evidenziato il proliferare, non solo negli Usa ma anche in Europa e Italia, di zone abbandonate dai centri commerciali che diventano vere e proprie discariche e ricettacoli di attività illegali. Se poi la Società nella istanza  presentata il 4 marzo 2022 a mezzo Pec, sempre nella logica comprensibile di chi cerca di portare a termine un investimento, pensa di percorrere la strada della non assoggettabilità al Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale), per andare direttamente a conferenze di servizi con gli enti locali, troverà il parere sicuramente contrario della Regione che è già stato esplicitato in più occasioni e comunque da tutta la recente giurisprudenza che non è stata superata e che la ditta 'finge' di non conoscere, nonostante fosse stata richiamata in atti anche decisionali del tribunale amministrativo".

"Ritengo - conclude Febbo - che non ci siano i presupposti perché il progetto, sempre lo stesso, possa andare avanti ed essere approvato. Invito nuovamente i Comuni interessati di Chieti e Cepagatti a seguire le indicazioni della Regione Abruzzo, nella assoluta contrarietà, e contestualmente a mettere in atto tutte le azioni per l'abbattimento e la bonifica o rigenerazione delle aree arrivando ad attivare anche 'l'azione sostitutiva'". 

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