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Sabato, 20 Aprile 2024
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Premiato il centro di promozione culturale creato dalla cooperativa Mirare a Santa Maria del Tricalle

Il progetto, tra i vincitori di Viviamo cultura, si propone come hub di co-progettazione e innovazione territoriale

Un progetto che ha Chieti per protagonista è tra vincitori di Viviamo cultura, l'iniziativa di alleanza delle cooperative italiane, insieme ad Anci e fondi mutualistici. Ad aggiudicarselo la cooperativa Mirare, per l’iniziativa dedicata al centro di produzione culturale nella ex-chiesa del XV secolo di Santa Maria del Tricalle.

“Il Tricalle - spiega il presidente della cooperativa, Marco Passerini - sarà un luogo aperto alla creatività contemporanea e si propone come hub di co-progettazione e innovazione territoriale, con un’identità chiara e definita indirizzata allo stimolo e alla partecipazione attiva dei processi evolutivi della città di Chieti”.

Un riconoscimento importante per Mirare, cooperativa abruzzese di comunità urbana che si occupa della gestione e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale materiale e immateriale. Nello specifico, Viviamo cultura ha premiato la cooperativa per l’iniziativa dedicata al centro di produzione culturale Tricalle, che prevede il recupero dell’ex chiesa di Chieti. I vincitori sono stati annunciati nei giorni scorsi e il progetto abruzzese rientra fra i sei selezionati in Italia, insieme ad altre iniziative a Lentini, Cuneo, Agnone, Sambuca di Sicilia, Calice al Cornoviglio (La Spezia).

La call Viviamo Cultura è un'iniziativa di Alleanza delle Cooperative Italiane, insieme ad Anci, finanziata dai tre Fondi mutualistici. Favorisce progetti di gestione del patrimonio culturale attraverso forme innovative di partenariato pubblico-privato. Il progetto è dedicato all’Italia poco conosciuta, non sempre accessibile, scarsamente fruita, fatta di beni, percorsi, itinerari, territori densi di storia, di tradizioni e ovviamente di cultura straordinaria. La Call for ideas si propone proprio di mettere a valore il patrimonio diffuso e meno fruito del nostro Paese.

Mirare è una Cooperativa di Comunità Urbana focalizzata sulla valorizzazione e rigenerazione del patrimonio culturale. È attiva dal 2020 e nasce da un’esperienza ultradecennale maturata dai suoi soci fondatori nell’ambito della comunicazione, della rigenerazione territoriale e dell’ideazione e realizzazione di eventi culturali. Si occupa della creazione di valore condiviso, sociale ed economico, tramite la realizzazione di reti intelligenti di risorse ambientali, culturali ed umane e per mezzo di una programmazione ispirata ad Agenda 2030 e centrata sul dialogo tra scienza, tecnologia, ambiente e arte.

Mirare, prima in Abruzzo, ha firmato una convenzione di partenariato speciale pubblico privato con la Soprintendenza Abap per le province di Chieti e Pescara per la gestione della ex-chiesa del XV secolo di Santa Maria del Tricalle a Chieti.

“Riteniamo che la città di Chieti per le sue peculiarità storico-artistiche e la partecipazione attiva dei suoi cittadini alla vita culturale della città, grazie anche ad un associazionismo diffuso che ne evidenzia un elevato senso civico, sia un’ideale piattaforma sperimentale per attivare e testare processi non convenzionali di gestione dei beni culturali e di programmi innovativi, che è raro riscontrare nelle small city italiane - commenta Marco Passerini, presidente della cooperativa Mirare -. Il Tricalle sarà un luogo aperto alla creatività contemporanea e si propone come hub di co-progettazione e innovazione territoriale, con un’identità chiara e definita indirizzata allo stimolo e alla partecipazione attiva dei processi evolutivi della città di Chieti”.

La ex chiesa sarà quindi posta nuovamente al centro della vita del quartiere e della città, grazie ad una interpretazione in chiave contemporanea della sua identità come centro di produzione culturale. L’azione di valorizzazione del Tricalle si esprimerà su quattro differenti dimensioni. Lo spazio ottagonale della ex chiesa sarà il luogo in cui realizzare installazioni site-specific, artistiche e tecnologiche. Lo spazio del parco-giardino annesso, una interfaccia di fruizione modulabile che vedrà al centro della sua azione i grandi temi della contemporaneità. Lo spazio digitale, ovvero il web, usato come una piattaforma liquida per la documentazione e la creazione di contenuti. Infine, lo spazio esterno, tutti i luoghi fisici in cui Tricalle può operare sul territorio regionale, nazionale e internazionale.

Mirare ha lanciato un bando per la creazione del marchio culturale Tricalle. “Il marchio rappresenta uno dei principali veicoli delle azioni appena descritte. Deve essere capace di renderne in maniera efficace l’identità e le caratteristiche distintive. La sua ideazione è stata affidata ad un concorso che valorizzi le energie e le competenze dei creativi di Abruzzo e Molise, le regioni in cui Mirare ha concentrato la sua operatività e azione imprenditoriale. Questa modalità di coinvolgimento fa parte del nostro modo di essere impresa, interessata ad investire nella comunità e condividere con essa” aggiunge Marco Passerini.

Gli step del progetto prevedono la restituzione al pubblico e alla cittadinanza della ex-chiesa di Santa Maria del Tricalle a Chieti, ad agosto. “Abbiamo scelto di aprire il parco giardino del Tricalle ai creativi di Abruzzo e Molise, sarà un palcoscenico libero e votato a tutte le espressioni artistiche e culturali”.

“Calle. Le stelle ci guidano sul colle” è il nome della piattaforma aperta e liberamente modificabile dai partecipanti, un luogo di confronto e crescita, di socialità e condivisione, ma anche un osservatorio privilegiato per comprendere quali sono le risorse, le necessità e la richiesta del territorio.

L'edificio e il giardino annesso sono stati chiusi negli ultimi 40 anni. Nel 2018 i promotori di Mirare hanno realizzato un festival artistico “Infinito presente - simposio delle arti” con l’obiettivo di riqualificare il giardino e restituire il bene alla comunità, che ha potuto letteralmente prendere coscienza di un’emergenza storico-artistica che era scomparsa dalla percezione degli stessi abitanti del quartiere.

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