Piazza San Giustino rinasce: "Sarà uno spazio ospitale e di pace" [FOTO]
Una elegante e partecipata cerimonia ha sancito ufficialmente la riapertura della piazza del duomo, restituita alla città dopo anni di lavori
Cinque tagli del nastro negli altrettanti punti di accesso scandiscono la riapertura di piazza San Giustino nel giorno in cui, con le scale ancora bagnate dopo l’ultima pulizia, l’agorà torna a brillare. Lo fa abbracciando la gente che prima delle 19, orario fissato per l’inizio della cerimonia, ha iniziato a riempire la piazza come non si vedeva da anni, almeno dall’uscita dell’ultima processione del Venerdì Santo prima del Covid.
Ad accompagnare i tagli del nastro con sindaco, arcivescovo, rappresentanti dell’amministrazione comunale e della Soprintendenza, forze dell’ordine, avvocati e i ragazzi e ragazze del consiglio comunale sono state le note dell’orchestra de Virtuosi di Kiev - fuggita dalla guerra e accolta dal Comune di Chieti affinché potesse continuare a suonare – e le esibizioni delle ragazze della ginnastica ritmica di Armonia d’Abruzzo. E poi ancora il coro “Giacomo Puccini” del Maestro Loris Medoro che ha cantato l’Inno d’Italia, introdotto dalla cantante Pamela D’Amico che ha presentato la serata. Quello che promette di diventare il salotto buono della città, liberato definitivamente da qualsivoglia mezzo di trasporto, oggetto di una riqualificazione che non è piaciuta proprio a tutti, oggi chiede soltanto che la città torni a vivere questo spazio. Come è successo questa sera, in un clima di gratitudine e gioia.
“La piazza - le parole dell’arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto Bruno Forte - è un luogo di democrazia di partecipazione. Piazza San Giustino può considerarsi l’agorà di Chieti per tre motivi: vi si affaccia la maestosa cattedrale di San Giustino, centro della vita spirituale e religiosa dell’arcidiocesi; vi si trova il palazzo comunale, sede del governo cittadino ed è quanto mai importante che questa dimensione si incontri con quella spirituale; vi è il palazzo di giustizia. Varie attività commerciali, soprattutto di ristorazione, si trovano sul lato di fronte alla cattedrale. L’augurio è che questi poli si incontrino” ha concluso prima della preghiera di benedizione rivolta a tutta la città dalla scalinata della cattedrale.
Quasi commosso il sindaco Diego Ferrara ha affidato a uno scritto il suo discorso parlando di un’altalena di emozioni durante i vari sopralluoghi nel cantiere: “A volte ero un po’ deluso, altre volte un po’ più rinfrancato. E tante volte ho annunciato l’apertura ma ci è voluto tempo perché durante i lavori sono accadute tante cose, dai preziosi ritrovamenti archeologici fino all’aumento dei costi dei materiali. Oggi, però, è bello vedere la piazza finita, è bello vederla restituita alla città. Grazie. Sarà una piazza ospitale e di pace perché Chieti è così”.
“La prima volta che ho visto piazza San Giustino era un cantiere - ha aggiunto la soprintendente Cristina Collettini – stava venendo fuori la storia della città, le sue origini. La chiamiamo agorà, la chiamiamo foro, la chiamiamo piazza: nella sostanza è il più importate dei luoghi urbani. E vuoto non è mai un’accezione negativa, perché i vuoti sono fatti per essere riempiti. Il mo augurio è che questa piazza che ha recuperato la sua funzione sia sempre il centro propulsore di vita che vedo questa sera”. La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio oggi ha presentato alla cittadinanza gli esiti di quanto rinvenuto nelle fasi di scavo. Dopo la cerimonia, nella vicina sede della Soprintendenza sono stati esposti i reperti affiorati dagli scavi della piazza.