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Arrivano 250 pensionamenti nelle scuole del Chietino, l'allarme della Flc Cgil: "Non verranno rimpiazzati"

Per il sindacato "il sistema di reclutamento è gravemente deficitario, anche per i continui interventi legislativi" e "i provvedimenti tampone non affrontano il problema del precariato"

Sono almeno 850 i pensionamenti previsti nelle scuole abruzzesi dal 1° settembre, di cui quasi 250 in provincia di Chieti. 

È la stima tracciata dalla Flc Cgil, che spiega come, in questi giorni, docenti e personale Ata stanno producendo domande di mobilità, i cosiddetti trasferimenti.

"L'ipotesi di contratto collettivo nazionale 2022-2025, che come Flc Cgil non abbiamo sottoscritto - spiega il sindacato - prevede che i neo-immessi del 2020/2021 abbiano ulteriori limitazioni nelle precedenze, nella mobilità annuale e nei contratti a tempo determinato articolo 36 del contratto collettivo. Intanto, sono stati pubblicati i dati provvisori dei pensionamenti nelle scuole dell'Abruzzo. Si tratta di numeri importanti per chi vuol fare domanda di trasferimento in quanto indicano i posti disponibili per il turnover. Per il prossimo anno scolastico 2022/23, i pensionati  delle scuole pubbliche abruzzesi saranno 590 docenti e 254 Ata".

In provincia di Chieti saranno 247 (ma il dato è provvisorio ed aumenterà sicuramente),  così distribuiti:

Schermata 2022-03-08 alle 10.24.17-2

Per quanto riguarda i docenti ecco la ripartizione per ordine di scuola:

Schermata 2022-03-08 alle 10.24.22-2

"Non sono posti che verranno rimpiazzati dai precari o dai vincitori di concorsi - puntualizza Flc Cgil - Il sistema di reclutamento è gravemente deficitario, anche per i continui interventi legislativi. In questi giorni partiranno i concorsi ordinari per la scuola secondaria. Mentre si stanno ultimando, tra tante difficoltà, i concorsi della scuola dell’infanzia e primaria. È previsto anche un concorso straordinario per chi ha almeno tre anni di servizio ed un concorso Stem, con soli 17 posti disponibili in tutto l’Abruzzo".

Per il sindacato "si tratta di provvedimenti tampone che non affrontano alla radice il problema del precariato. Occorre una programmazione di medio periodo che consenta di mantenere gli organici stabili e fare in modo che le scuole possano contare su docenti che portano avanti la progettazione educativa per realizzare un curricolo verticale in grado di dispiegare pienamente i suoi effetti. Ci vogliono organici stabili, pluriennali che non possono variare ogni anno per effetto dei tanti supplenti o per la riduzione del numero di alunni. La riduzione del numero di alunni consentirebbe, mantenendo gli organici stabili, di ampliare l’offerta formativa delle scuole, di incrementare il tempo scuola, di ridurre il numero di alunni per classe e di affrontare, in maniera adeguata, i temi delle povertà educative, accentuate in tempi di pandemia".

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