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Ospedale di II livello, il Comitato cittadino accusa: "Campanilismo da Pescara, i candidati sindaco si facciano sentire"

Tramite il portavoce Perrotti, il comitato replica alla Cgil Fp, puntualizzando che Chieti è a favore della collaborazione tra policlinico e Spirito Santo

Non si è fatta attendere la reazione del Comitato cittadino per la salvaguardia e il rilancio di Chieti, in merito all'auspicio della Cgil Fp di "creare un ospedale di secondo livello Chieti-Pescara, mettendo da parte i campanilismi". 

Sullo stesso tema, era intervenuto in commissione Sanità anche il capo regionale della task-force Coronavirus e direttore del dipartimento di Emergenza Urgenza di Pescara, Alberto Albani.

Tramite il portavoce Giampiero Perrotti, il comitato rivolge "un pressante e accorato appello al sindaco in carica ancora per qualche settimana e ai due candidati che sono in corsa per sostituirlo, perché facciano sentire, subito, anche la voce della città in una questione che, se mal gestita, può avere conseguenze disastrose per la collettività teatina e abruzzese".

Per il comitato, il dottor Albani, nella seduta di commissione, avrebbe rilanciato "le immotivate pretese di chi nel capoluogo adriatico sostiene che solo l’ospedale pescarese può ambire al Dea di secondo livello. Un intervento che ha provocato l’immediata reazione del sindaco dell’Aquila Biondi - fortunate le città che hanno sindaci sempre vigili a salvaguardia del proprio territorio - e la presa di distanza del presidente della giunta regionale Marsilio". Il comitato accusa Albani di "residuale campanilismo".

Ma ce n'è anche per la Cgil Fp, che nella nota diffusa ieri ha invitato Chieti a "mettere da parte il campanilismo (sempre tenendo conto del decreto Lorenzin) e farsi protagonista di una azione che coinvolga Pescara per realizzare insieme un ospedale Dea di secondo livello (…), l’unico che può contenere le specialistiche di elevata complessità come la cardiochirurgia e la neurochirurgia”. La Cgil Fp evidentemente dimentica che Chieti a ogni livello, istituzionale, anche con un ordine del giorno approvato all’unanimità dal consiglio comunale, e da parte delle associazioni cittadine, compreso il nostro Comitato, ha sempre sostenuto l’idea della condivisione". 

"Al contrario - incalza Perrotti a nome del comitato - è da Pescara che alcune voci hanno costantemente e ripetutamente - e l’intervento di Albani lo dimostra - rivendicato un presunto e inesistente diritto a fare della città natale di d’Annunzio un asso pigliatutto a livello regionale, al punto da chiedere il trasferimento di Cardiochirurgia in riva all’Adriatico. Alla prova dei fatti, l’ospedale di Pescara, così come quello di Chieti, non ha singolarmente i requisiti necessari. Insieme, in una logica di collaborazione, i due nosocomi garantirebbero tutto quello che occorre per un Dea di secondo livello. Senza alcuna necessità di costruire ex novo, come ventilato nel passato, un terzo ospedale in posizione intermedia, con uno spreco inutile di denaro e con la disastrosa conseguenza collaterale di avere, a Chieti e a Pescara, due enormi complessi vuoti per i quali non esisterebbe alcuna reale possibilità di riutilizzo di pubblico interesse".

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