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Ombrina Mare, Nuovo Senso Civico: "Senza lo stop alle trivelle oggi non ci sarebbe la Via Verde dei trabocchi"

L'associazione sulla condanna al pagamento di 190 milioni: "Italia condannata da un sistema giudiziario parallelo dove il profitto è al di sopra di tutto"

“L’Italia è stata condannata al pagamento di 190 milioni di euro per aver rispedito al mittente la concessione di estrazione  Ombrina mare. È triste che oggi ci si trovi a dover giustificare una scelta senza la quale la costa abruzzese e la Via Verde dei trabocchi non sarebbe quella che è”. L'associazione Nuovo Senso Civico di Lanciano commenta la condanna dell'Italia nell'arbitrato internazionale per Ombrina Mare.

“A seguito della decisione del ministero dello sviluppo economico di non rilasciare più il titolo, avvenuta dopo una mobilitazione corale abruzzese senza precedenti, la multinazionale Rockhopper nel 2017 ha fatto ricorso all’arbitrato internazionale”, ricostruisce la vicenda Nsc, “l'Italia si è così trovata alla sbarra di un organismo informale, gestito da tre avvocati commerciali, senza pubblico né possibilità di ricorrere in appello. Una multinazionale fa ricorso contro le politiche di uno stato, utilizzando corti private sovranazionali più potenti di qualunque tribunale nazionale. Un sistema giudiziario parallelo, quello dell’arbitrato internazionale, reso possibile da oscure clausole inserite negli accordi sugli investimenti che centinaia di paesi del mondo hanno siglato a profusione negli ultimi vent’anni. L' avvocatura dello Stato ha dovuto provare a giustificare le scelte del governo di fronte alle accuse di un’azienda estera, convinta di meritare risarcimenti multimilionari per l’impatto delle politiche pubbliche sul suo business”.

“Difendiamo la lungimiranza di quella lotta, non solo sul piano della difesa ambientale, ma anche su quello della scelta del modello economico turistico che oggi é sotto gli occhi di tutti”, rimarca l'associazione, “forse molti hanno dimenticato cosa  era quel progetto, impattante come pochi, con una raffineria galleggiante estesa quanto due campi di calcio. Invece un sistema di giudizio puramente commerciale, costringe i governi a rivedere le proprie decisioni politiche, preoccupati di dover pagare penali troppo alte agli investitori scontenti. Creare una corsia preferenziale capace di elevare il privato al di sopra del potere pubblico è rischioso, come oggi constatiamo”.

“Specialmente quando questa corsia preferenziale è un tribunale per gli investimenti dove gli stati sono sempre imputati e le udienze si tengono a porte chiuse con un unico codice di riferimento: quello del diritto commerciale internazionale. È avvenuto quello che in un tribunale amministrativo italiano non sarebbe mai accaduto: l'impossibilità a far valere l’interesse pubblico di una decisione politica, la sua 'necessità' per fronteggiare i cambiamenti climatici o le crisi economiche. Ai tre 'arbitri'”, conclude Nuovo Senso Civico, “la questione climatica non interessa affatto e neppure le 'legittime aspettative' di intere popolazioni. Il profitto al di sopra di tutto”.

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