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Nuovo caso di Coronavirus alla Sevel, Rifondazione Comunista accusa: "Il ministro non manda gli ispettori"

I segretari nazionale e regionale, Acerbo e Fars, puntano il dito: "Si continua a negare che il virus si diffonde soprattutto sul lavoro e sui mezzi di trasporto"

Nuovo caso di Coronavirus alla Sevel di Atessa, dove nel settore V2 sigillatura un lavoratore è risultato positivo al tampone, per cui ieri mattina è stata effettuata la sanificazione dell'area interessata. È il secondo caso in pochi giorni, dopo l'operaio del montaggio.

Lo rendono noto Maurizio Acerbo, segretario nazionale, e Marco Fars, segretario regionale Abruzzo del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea, che ora accusano: "I lavoratori sono stati dimenticati".

"Sui media - dice Acerbo - si parla sempre di bar, movide e ristoranti, mentre si dimentica che milioni di persone ogni giorno vanno a lavorare. Su questo piano. Regioni e Governo non hanno fatto quasi nulla, lasciando alle imprese la compilazione di moduli in cui attestano di essere in regola con i protocolli. Nelle grandi imprese c'è almeno una presenza e un controllo sindacale, ma non ovunque è così date le caratteristiche della nostra economia. Si continua a negare e oscurare il fatto che il virus si diffonde principalmente in ambiente lavorativo e sui mezzi di trasporto utilizzati per recarvisi e da lì poi arriva e si trasmette in ambiente familiare".

"Eppure - incalza - non sono state attivate misure di vigilanza e di sorveglianza sanitaria per verificare che nei luoghi di lavoro siano rispettate le norme di precauzione limitandosi a mandare alle aziende dei questionari a cui rispondono le stesse imprese. Nulla è stato fatto per potenziare i servizi di medicina del lavoro delle ASl e aumentare il numero delle ispezioni. E nulla si è fatto per potenziare i servizi del traspaorto pubblico. Una latitanza istituzionale che coinvolge le Regioni e il Governo".

"Il ministro Speranza - proseguono Acerbo e Fars - si è ben guardato dall'inviare ispettori centrali a verificare la situazione negli ambienti di lavoro più a rischio. Nessuna azione concreta è stata fatta per aiutare piccole e piccolissime imprese e artigiani ad adeguarsi ai criteri di sicurezza. Ancora peggio va al vasto mondo dei precari e delle partite Iva, su cui viene scaricato totalmente a livello individuale il proteggersi dal covid. Sostenere le imprese non significa regalare soldi a pioggia ai big dell'economia. ma è evidente che servono misure mirate per i settori più colpiti. Proteggere lavoratrici e lavoratori, salariati e autonomi, significa garantire reddito e salute", chiudono gli esponenti di Rifondazione.

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