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Venerdì, 19 Aprile 2024
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L'anestesista poeta racconta il Covid-19 in versi: premiato il dottor Di Tizio [Foto]

Domenica mattina al SS. Annunziata il medico ha ricevuto il premio conferitogli dall’associazione culturale 22 aprile, nel giorno della candidatura del personale sanitario italiano al Nobel per la pace

Le emozioni di un anestesista diventano poesia: pochi versi, intensi, struggenti e mai leziosi quelli scritti dal dottor Luca Di Tizio del “SS. Annunziata”. Questa mattina, nello spazio antistante l’ospedale di Chieti, il medico ortonese ha ricevuto il premio conferitogli dall’associazione culturale 22 aprile, impegnata sui temi della letteratura e dell’ambiente. 

“Siamo convinti che solo una perfetta comprensione del reale, dell’epoca che viviamo, compreso il dolore, potrà aiutarci a costruire un tempo migliore - ha spiegato la portavoce Maura Chiulli leggendo le motivazioni del premio - . I versi di Di Tizio ci restituiscono l’immagine umana del medico, del poeta ferito, che, al pari di tutti gli operatori sanitari, sperimenta la paura, lo sfinimento, e al tempo stesso la forza e il coraggio di tornare, ogni giorno, al proprio posto a far fronte ad altra sofferenza”. 

La poesia, in dialetto ortonese, si intitola “Sfiatéte”  Senza fiato, ed è stata letta questa mattina dall’attore Andrea Alesio durante la breve cerimonia con il sindaco di Ortona Leo Castiglione, mentre il responsabile della Rianimazione dell’ospedale di Chieti, Salvatore Maggiore, ha sottolineato "la capacità di Luca Di Tizio di descrivere i sentimenti comuni a tutta l’équipe del reparto e di mettere insieme le doti di umanità e professionalità che fanno di un medico un buon medico”. 

La poesia vincitrice

“Il dialetto è la lingua delle emozioni - ha commentato Di Tizio - io ho provato l’urgenza di esprimerle, ne sono stato quasi travolto. Nei malati di Covid ci riconosciamo tutti di più, e così il nostro lavoro si carica di un particolare coinvolgimento. Accetto allora questo premio a nome di tutti quelli che ogni giorno sono in prima linea in questa battaglia, e lo dedico a quelli che hanno perso e a quelli che ancora combattono”.

Tutto questo accade nel giorno della candidatura del personale sanitario italiano al Nobel per la pace: una bellissima coincidenza.

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