"No alla caccia di cervi e caprioli": il Wwf contro la Regione
L'associazione segnala l'affidamento a una società esterna del primo piano di prelievo in vista dell'inserimento delle due specie nel calendario venatorio: "Scelta sbagliata, un grave danno per la fauna e per l'immagine dell'Abruzzo"
"La Regione Abruzzo si prepara ad aprire la caccia al cervo e al capriolo. Viene affidata a una società esterna la predisposizione del primo piano di prelievo, per il successivo inserimento delle specie cervo e capriolo nel calendario venatorio della Regione Abruzzo 2023-2024". Lo segnala il Wwf Abruzzo, che parla di "una scelta sbagliata" che costituisce un "grave danno per la fauna e per l'immagine dell'Abruzzo".
"La Regione Abruzzo - spiega l'associazione ambientalista - affida il servizio di 'Coordinamento delle attività e dei soggetti per un comprensorio sperimentale di gestione del cervo e del capriolo in Abruzzo' a una società esterna, la cooperativa agricola For. D.R.E.Am". Con l'affidamento, "che costa alle casse regionali 44mila euro" è prevista anche "la parte relativa al monitoraggio e all'analisi dei dati, ma evidentemente i risultati non vengono ritenuti importanti, in quanto la decisione è già presa: la Regione Abruzzo vuole aprire la caccia a cervo e capriolo già dalla prossima stagione venatoria".
"Una decisione che il Wwf Abruzzo - si legge nella nota - contrasterà fortemente. È inconcepibile prevedere azioni sulle specie faunistiche senza avere conoscenze scientifiche e tecniche sufficientemente solide. Ormai la totale suditanza della Regione verso le richieste dei cacciatori non conosce limiti e a farne le spese saranno animali bellissimi come cervi e caprioli. Dal punto di vista tecnico, poi, si continua a voler gestire la fauna come se fosse un problema venatorio e si fanno scelte senza conoscere minimamente le dinamiche della specie”.
"Vengono spesso richiamati - aggiunge Filomena Ricci, delegata del Wwf Abruzzo - i danni in agricoltura provocati dal cervo e dal capriolo e il pericolo di incidenti stradali, questioni queste certamente molto delicate e da tenere in seria e attenta considerazione. Per limitare tali problemi, però, esistono molteplici azioni che si possono attuare nel territorio".
“I fondi impegnati dalla Regione Abruzzo potrebbero essere destinati a questo tipo di azioni - suggerisce l'associazione ambientalista - In Abruzzo, alcuni paesi hanno fatto della presenza dei cervi un vanto e un elemento peculiare e di riconoscibilità, che utilizzano anche per la promozione turistica. Difficile continuare a proseguire con questa immagine virtuosa, se a quegli stessi animali che si osservano pacifici nei paesi, si spara!”.
Il Wwf Abruzzo torna quindi a chiedere alla Regione “di avviare un confronto allargato su queste tematiche che stanno a cuore a tanti cittadini, prevedendo, però, un giusto contraddittorio e non ascoltando solo una piccola parte della società, che ha interesse solo ad allargare l’elenco delle specie a cui sparare”.