rotate-mobile
Attualità

Riaprono i musei, la prima visita a Villa Frigerj è del prefetto: "Chiudere questi luoghi significa farli morire"

Anche una famiglia, una coppia, qualche visitatore singolo, complice la bella giornata di sole, questa mattina al museo nel cuore della villa comunale che riapre le porte (ma soltanto tre mattine a settimana)

Una visita benaugurale, ricca di stimoli e particolarmente emozionante quella del prefetto di Chieti Armando Forgione questa mattina tra le opere di Villa Frigerj, nel primo giorno di riapertura del museo archeologico di Chieti. Insediatosi da circa sei mesi, tra gli impegni istituzionali e la girandola dell’Italia a colori, il prefetto Forgione non aveva ancora avuto modo di visitare il museo.

“La mia presenza qui oggi, nel primo giorno di apertura, - ha detto- è per dire che i musei esistono, che sono felice della riapertura e che sono un patrimonio di tutti, soprattutto delle nuove generazioni che invito a trascorrere qualche ora qui. Anche attraverso una statua si può meglio comprendere il presente. Non è necessario andare in gita con la scuola per restare affascinati da un’opera e apprezzarne il valore”.

Sapientemente guidata dalla responsabile Valentina Belfiore (foto), la visita si è snodata tra le sale del museo, chiuse da tante settimane, alla scoperta dell’Abruzzo dei Vestini, dei Marrucini e delle altre antiche popolazioni italiche, dei letti funerari, delle necropoli, fino al cospetto del Guerriero di Capestrano nella sala allestita nel 2011 da Mimmo Paladino.

guerriero capestrano-3

Poi il messaggio agli operatori museali, tornati finalmente a rivedere visitatori da questa mattina: una famiglia, una coppia, qualche visitatore singolo, complice anche la bella giornata di sole, hanno fatto capolino al museo nel cuore della villa comunale dopo la misurazione automatica della temperatura all’ingresso e la registrazione.

“Chiudere la cultura penso che sia stato uno dei provvedimenti più brutti adottati – ha confessato il prefetto di Chieti e provincia – ovviamente è stato fatto per necessità e ognuno di noi deve rispettare le regole. Ma chiudere questi luoghi significa farli morire. Per questo sono così felice oggi della riapertura e ho voluto essere presente. Essere qui oggi è dare una testimonianza di vicinanza a chi lavora, a chi studia, a chi vive di queste cose. Vedere una cosa dal vivo non è come vederla su un libro o in televisione”.

Con l’ingresso dell’Abruzzo in zona gialla, da oggi il museo è aperto tre volte a settimana: il mercoledì, il giovedì e il venerdì dalle 8,30 alle 14.  Pandemia a parte, fino a prima del 2020 Villa Frigerj contava una media di 15mila visitatori annui, come conferma la direttrice Belfiore. Numeri che potrebbero crescere soprattutto se il museo potesse contare su aperture più ampie. Intanto si lavora a nuove iniziative destinate al pubblico e alle scuole, non appena la situazione si stabilizzerà. Resta invece chiuso, nonostante la ‘zona gialla’, l’altro museo archeologico nazionale di Chieti, La Civitella. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Riaprono i musei, la prima visita a Villa Frigerj è del prefetto: "Chiudere questi luoghi significa farli morire"

ChietiToday è in caricamento