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Martedì, 16 Aprile 2024
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Due vittime sul lavoro dall'inizio dell'anno in provincia di Chieti, 7 in Abruzzo: la mappatura dell'emergenza

L'Abruzzo è in 'zona gialla' secondo i dati Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega nel periodo che va da gennaio a luglio 2022

Sono 7 le morti sul lavoro registrate in Abruzzo nel primo semestre del 2022 dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega, 2 delle quali nel Chietino.

La regione è classificata in ‘zona gialla’, fra quelle con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale ed il valore medio nazionale. A finire in zona rossa alla fine dei primi sette mesi del 2022, con un’incidenza superiore al 125% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 18,3 ogni milione di lavoratori) sono: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Molise Calabria e Umbria.

A guidare invece la classifica del maggior numero di vittime in occasione di lavoro è  la Lombardia (60), seguita da Veneto ed Emilia Romagna (39), Lazio (35), Toscana (34), Campania (32), Piemonte (31), Sicilia (27), Puglia (26), Trentino Alto Adige (19), Calabria e Marche (14), Sardegna (10), Umbria (9), Abruzzo (7), Liguria (5), Valle D’Aosta (4), Molise (3), Basilicata e Friuli Venezia Giulia (2).

Anche nei primi sette mesi del 2022 il settore trasporti e magazzinaggio ha fatto registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 63 (13 vittime in più del mese precedente seguito dalle costruzioni (62) e dalle attività manifatturiere (41).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro, si legge ancora nel report, è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (145 su un totale di 412). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 55,3 infortuni mortali ogni milione di occupati. L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 10,5), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 12,8 infortuni mortali ogni milione di occupati. 

Le donne che in Italia hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a luglio del 2022 sono 33 su 412. In 29, invece, hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 71. Il martedì si conferma anche nei primi sette mesi 2022 come il giorno della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali.
 
Le denunce di infortunio totali sono in aumento (+ 41,1% rispetto luglio 2021). A fine luglio 2021 erano infatti 312.762 mentre a fine luglio del 2022 sono 441.451.
Più di 60 mila poi sono gli infortuni occorsi in occasione di lavoro nel settore sanità e assistenza Sociale 

“È iniziato il secondo semestre del 2022 e le morti sul lavoro non accennano a diminuire- commenta da Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre - . Sono 569 i lavoratori che hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese da gennaio a luglio 2022, con una media di 81 morti sul lavoro ogni mese. E, sebbene le rilevazioni ufficiali da gennaio a luglio 2022 facciano emergere un decremento complessivo della mortalità del 16% rispetto al 2021 (erano 677 a fine luglio 2021), la realtà dei fatti è ben diversa. Perché la flessione continua ad essere fortemente drogata dalla quasi totale assenza nel 2022 dei decessi per Covid rispetto al 2021: lo scorso anno infatti, nei primi sei mesi, gli infortuni mortali per Covid erano 367 su 538, circa il 68%. Quest’anno sono solo 11 su 463, ossia il 2%. Ciò significa chegli infortuni mortali non Covid sono passati dai 171 del primo semestre 2021 ai 452 del corrispondente periodo del 2022, con un eclatante e drammatico incremento del 164%”. 

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