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Il complesso Mirò torna ancora una volta all’esame del comitato Via

Wwf, Confcommercio, Confesercenti e Cna ribadiscono la propria posizione: "Senza titoli validi quelle costruzioni sono abusive e insanabili"

Il progetto Mirò torna all’esame del comitato per la Valutazione di Impatto Ambientale: nella seduta di domani, giovedì 15 settembre, il comitato regionale dovrà esprimersi sulla procedura di autorizzazione postuma presentata dalla Sile Costruzioni per i manufatti parzialmente realizzati del complesso commerciale nei pressi del Megalò, a Chieti Scalo.  

Alla vigilia dell'ennesima seduta, il Wwf Chieti-Pescara e le rappresentanze teatine di Confcommercio, Confesercenti e Cna tornano a ribadire la propria posizione attraverso l’avvocato Francesco Paolo Febbo il quale ricorda come il tribunale amministrativo regionale per l’Abruzzo, accogliendo il ricorso proposto dalla Regione, ha annullato il provvedimento impugnato nella sua interezza; la sentenza impugnata pronunciata dal Tar è stata poi confermata dal Consiglio di Stato con propria sentenza.

"Il vulnus dell’assenza di titoli abilitativi validi (anche perché la proroga è stata richiesta oltre la scadenza della loro validità) resta dunque pienamente confermato - evidenzia l'avvocato Febbo - così come sono confermati i plurimi e ripetuti giudizi non favorevoli del Comitato Via a dispetto dei quali in zona Megalò sono stati parzialmente edificati dei manufatti a sostegno dei quali non esiste alcun titolo abilitativo valido. Non si vede come, in tali condizioni, possa anche soltanto ipotizzarsi che una valutazione a posteriori possa sanare una illegittimità sostanziale. Come già osservato in altre occasioni una simile procedura, semmai malauguratamente seguita, priverebbe di significato l’esistenza stessa della normativa di valutazione ambientale se un progetto privo di Via positiva a priori può essere comunque avviato, in dispregio della normativa e del buon senso, e poi sanato a posteriori. In altri termini quei manufatti, realizzati in assenza di valide autorizzazioni, vanno considerati abusivi e quindi insanabili". 

Il legale del Wwf, inoltre, ricorda che l’intera procedura si basa su un'ordinanza del Tar emessa in attesa della sentenza di merito che dovrà essere pronunciata a breve. "Il Wwf Chieti-Pescara si è costituito in quella proceduta amministrativa sostenendo le proprie tesi certamente difformi da quelle della Sile: come si può discutere di Via postuma senza attendere che il Tribunale amministrativo emetta la propria sentenza?" conclude Febbo.

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