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Sempre più caos sulle mense: c'è chi può pranzare a casa e poi tornare in classe, la polemica politica si fa feroce

Il caso arriva in consiglio comunale con un ordine del giorno e un'interrogazione di De Lio (Udc), mentre tutta l'opposizione, compatta, chiede con urgenza la convocazione della commissione creata ad hoc e mai riunita

Non si placa la polemica sul servizio mensa bloccato a Chieti e ora ogni Comprensivo ha deciso di organizzarsi in autonomia, generando ancora più rabbia tra le famiglie.

Ieri, alla scuola primaria del Tricalle (Comprensivo 2), i genitori protestavano facendo uscire i figli da scuola alle 13 per consentire loro di pranzare a casa, dove poi sono rimasti saltando le attività didattiche pomeridiane. Nel frattempo, la dirigente del Comprensivo 4, Elvira Pagliuca, firmava l'autorizzazione temporanea per consentire ai bambini di pranzare in famiglia

Così, chi lo vorrà, potrà andare a riprendere i propri figli prima del pranzo (previsto in una fascia oraria fra le 12.30 e le 13.15 in base ai vari istituti), per poi riaccompagnarli a scuola esattamente un'ora dopo. In questo modo, le famiglie non saranno costrette a fornire ai piccoli il "pranzo al sacco" da consumare in classe. È prevedibile che questa possibilità scatenerà polemiche feroci fra le famiglie dei bambini che frequentano le altre scuole dell'infanzia e primaria. 

Intanto, continua il dibattito politico sulla vicenda. I membri della commissione mensa Serena Pompilio (Azione Politica) e Giuseppe Giampietro (Fratelli d’Italia) con la sottoscrizione di tutti i capigruppo di opposizione Mario De Lio (Udc), Mario Colantonio (Lega), Carla Di Biase (Fratelli d’Italia), Giampiero Riccardo (Chieti Viva), Maurizio Stefano Costa (Forza Italia), Bruno Di Iorio (lista Di Iorio Sindaco) hanno depositato una richiesta di convocazione immediata della commissione Mensa, mai riunita finora, per "valutare tutte le problematiche in corso. È fondamentale - dicono - analizzare e discutere con i dirigenti scolastici e con i rappresentanti dei genitori soluzioni sollecite a fronte dei disagi creati poiché ad oggi, come dichiarato dall’assessore al ramo, non si sa quando il servizio ripartirà e quale sarà la procedura amministrativa adottanda".

Intanto la consigliera Pompilio replica agli esponenti del gruppo La sinistra Alberta Giannini, Edoardo Raimondi e Silvio Di Primio, che avevano espresso "fiducia sul buon operato dell'amministrazione". "Rilevo - dice - come gli stessi ignorino che tale attività non sia stato un atto discrezionale da parte dell’amministrazione bensì un obbligo di legge, atteso che non era più tecnicamente prorogabile il servizio. Prendo atto - tuona - che la necessità normativa di procedere con una nuova gara sia divenuta motivo di vanto a loro dire dettata dalla necessità di rimediare alle inefficienze del passato servizio 'bocciato dagli utenti'. I consiglieri non si sono resi conto che, oltre a dimostrare la mancata conoscenza delle normative in materia di appalti pubblici, così dicendo hanno sfiduciato anche il loro stesso operato rispetto agli esiti dell’appalto, che si fregiano di aver condotto, poiché alla luce degli esiti dell’ ordinanza interinale il Tar ha dato ragione alla medesima ditta che hanno definito bocciata. Nella più totale insipienza addirittura accusano gli altri 'della sindrome del primo della classe' consapevoli, evidentemente, di non poter mai assurgere tale ruolo visti gli esiti nefasti della conduzione del servizio di refezione scolastica".

Intanto il capogruppo dell'Udc Mario De Lio ha presentato un'interrogazione e un ordine del giorno che chiedono risposte e impegni da parte dell'amministrazione sul servizio di refezione scolastica. 

In particolare, l'interrogazione si concentra nella richiesta di chiarimenti sull'appalto affidato alla Consorzio Appalti Italia, ora sospeso dal Tar: De Lio chiede le modalità di valutazione delle offerte economiche, come il Comune nell'anno passato abbia contestato gli adempimenti del vecchio gestore Ladisa (fra i due promotori del ricorso ai giudici amministrativi), come intenda gestire il servizio fino all'udienza al Tar fissata a marzo 2022 e comunque fino alla fine dell'anno scolastico. 

Nell'ordine del giorno, il consigliere Udc propone di "attivare con urgenza una procedura di manifestazione di interesse da parte dei ristoratori presenti sul territorio, nella parte alta e bassa della città, che possano farsi carico della preparazione dei pasti per gli alunni, da consegnarsi alle ore 12,30 nelle scuole in modo che possano conservarsi caldi e predisponendo", "programmare un piano specifico di attribuzione della singola attività di ristorazione alle singole scuole e/o parti di esse", "concordare con gli aderenti prezzi calmierati da corrispondersi da parte delle famiglie direttamente ai ristoratori di riferimento, al netto della compartecipazione economica del Comune". 

Una proposta avanzata anche dall'esponente di Chieti Viva Giampiero Riccardo, che invoca: "Oggi la priorità è quella di trovare il modo per consentire ai ragazzi ed alle famiglie di beneficiare del servizio, prima che siano resi noti gli esiti del contenzioso".

Ecco perché invita ad "attivare una procedura d’urgenza per l’affidamento delle parti essenziali del servizio già messe in gara e idonee a garantirne la prosecuzione fino al termine dell’anno scolastico, trovando al suo interno le modalità per recuperare i rapporti di lavoro con il personale dipendente del precedente gestore allo scopo di salvaguardare, per quanto risulterà possibile, i relativi livelli occupazionali. La seconda, che mi vede meno favorevole ma che comunque riuscirebbe ad andare incontro alle esigenze dei ragazzi e delle famiglie, è quella di intervenire sempre con procedura d’urgenza per garantire la sola somministrazione dei pasti, sempre fino alla fine dell’anno scolastico. L’importante - incalza - è fare in fretta. Oggi la priorità è quella di ripristinare al più presto il servizio è di evitare che l’intero anno scolastico si esaurisca gravando i bambini e le famiglie delle conseguenze dell’indisponibilità di un servizio che invece è alla base non solo del corretto sviluppo delle attività scolastiche, ma anche dei bisogni organizzativi delle famiglie".

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