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La mensa scolastica torna all'ex gestore, protestano i genitori: "Lasciateci libertà di scelta fino all'udienza del Tar"

Alcune famiglie chiedono al sindaco e alle dirigenti di consentire di proseguire con il pranzo da casa anche dopo la decisione del Consiglio di Stato

"Mensa sì, Ladisa no: lasciateci libertà di scelta fino alla decisione del Tar". È la protesta di un gruppo di genitori di alunni che frequentano il tempo pieno nelle scuole di Chieti, dall'infanzia alla secondaria di primo grado. Mamme e papà si sono rivolti a Chieti Today dopo la decisione del Consiglio di Stato, che impone al Comune di affidare il servizio di refezione scolastica all'ex gestore, la ditta Ladisa, appunto, fino alla decisione del Tar.

I giudici amministrativi avevano sospeso l'appalto affidato alla Consorzio appalti Italia dopo i ricorsi di alcune partecipanti, fra cui c'è anche la stessa Ladisa. L'udienza è stata fissata all'11 marzo 2022. E, ora, i genitori chiedono di poter scegliere le modalità di pranzo per i propri figli almeno fino a quella data. 

Le famiglie parlando di "cibo scadente" e lamentano: "Dal 13 settembre al 2 ottobre i genitori hanno dovuto fare i salti mortali per conciliare gli impegni lavorativi con la sistemazione dei figli nelle ore pomeridiane, dal 4 ottobre ad oggi devono organizzare pranzi compatibili con l'ambiente scolastico, tagliare, sminuzzare, riempire thermos e borsette varie ed ora dovrebbero tornare a pagare cifre maggiorate per lo stesso servizio scadente del quale si erano lamentati ed avevano protestato fino all'anno scorso. Il Consiglio di Stato suggerisce che il servizio mensa può essere riaffidato al vecchio gestore. Il sindaco Ferrara commenta che la decisione discutibile ma che va rispettata". 

"Non si può affidare per l'ennesima volta - incalzano - un servizio così delicato a chi ha già dato prova di incapacità. I genitori sono stanchi di dover pagare cifre sempre più alte per avere figli affamati che non hanno toccato cibo tutto il giorno. Non è giusto". 

Il riferimento è ad alcuni disservizi che hanno caratterizzato il passato anno scolastico, per i quali la Ladisa ha dovuto pagare anche una penale.

"È inutile - incalzano le famiglie - che il sndaco chieda ad insegnanti,  genitori ed alunni di vigilare sulla qualità delle pietanze somministrate: non è compito degli utenti ma di chi ha affidato il servizio. Molti genitori preferiscono continuare a fare i sacrifici la mattina presto per assicurare un pasto sano ai propri figli, piuttosto che far loro mangiare il cibo della mensa. In questo momento i genitori dovrebbero essere liberi di scegliere se continuare con il pranzo da casa consumato a scuola o se usufruire del servizio mensa, almeno fino a marzo 2022, quando ci sarà la decisione del Tar".

Dunque, mamme e papà si rivolgono ai dirigenti scolastici e al Comune, affinché "attivino al più presto tutte le procedure (gestione e divisione degli spazi mensa e messa in atto del regolamento già esistente per il consumo del pasto da casa nel rispetto delle norme vigenti) per poter garantire libertà di scelta alle famiglie". 

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