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Giovedì, 25 Aprile 2024
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I medici in pensione pronti a scendere in campo nella battaglia contro il Covid-19: "Fateci lavorare"

L'appello di 500 professionisti, che si fanno chiamare “I riservisti”, in una lettera al presidente della Regione Marsilio

Oltre 500 medici, infermieri e operatori socio-sanitari abruzzesi in pensione si dicono pronti a tornare al lavoro per poter dare così un contributo volontario nella battaglia contro il Covid-19 nelle strutture ospedaliere di Abruzzo e Molise.

In una lettera indirizzata al presidente della giunta regionale abruzzese Marco Marsilio, firmata dal professor Raffaele Tenaglia, ex primario di Urologia all'ospedale di Pescara, e dal dottor Walter Palumbo, i cosiddetti 'i riservisti' (perché nel passato, in periodo di guerra, Paese per aumentare la sua forza combattiva richiamava in servizio coloro i quali avevano lasciato il servizio militare attivo) spiegano di aver deciso di organizzare fra di loro una task force volta a condividere un percorso comune per dare una mano a coloro che in questo momento di emergenza sanitaria sono in prima linea negli ospedali della regione. 

 Come?

"Facendo e selezionando chi può fare cosa, con la guida determinante di rianimatori che potrebbero avere sostituti e soprattutto, aprendo nuovi spazi (un reparto di almeno 50 posti di Intensiva, Sub-intensiva e di Medicina Generale) avrebbero quei giusti rapporti professionali per
farlo. Non spetta a noi indicare dove, ma cominciare a fare delle prove di preparazione, sarebbe opportuno e potrebbe dimostrarsi determinante per affrontare questa terribile fase".

I 'riservisti' chiedono quindi di utilizzare queste competenze e di far presto a trovare le soluzioni logistiche per l’aumento di posti letto, specialmente quelli per la terapia intensiva,

"per non doverci trovare impreparati a un aumento spropositato di richieste di ricovero come purtroppo sta avvenendo nelle Regioni del nord Italia.

Ci permettiamo di suggerire - aggiungono - che ci sono strutture sanitarie, per lo più Ospedali riconvertiti per altre esigenze assistenziali pronti per questa esigenza, in pochi giorni, dove potremmo cominciare subito una fase di simulazione.

 Fra questi gli Ospedali di Atessa, Casoli, Gissi, Guardiagrele, Pescina e Tagliacozzo che, unitamente agli Ospedali di Atri, Penne e Popoli potrebbero essere destinati al ricovero di pazienti non affetti da Coronavirus lasciando agli ospedali di Avezzano, Chieti, Giulianova, Lanciano, L’Aquila, Pescara, Penne, Sant’Omero, Sulmona, Teramo e Vasto la cura dei pazienti affetti da Coronavirus".

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