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Medici di medicina generale e pediatri, proclamato lo stato di agitazione

L'Intersindacale sanitaria abruzzese contesta la procedura della Asl Lanciano-Vasto-Chieti per l'apertura degli ambulatori: "Iter inutile che causa ritardi e difficoltà a dare assistenza ai cittadini rimasti senza medico"

L’Intersindacale sanitaria abruzzese (Isa) dichiara lo stato di agitazione dei professionisti convenzionati e dipendenti del Servizio sanitario regionale della Asl di Lanciano-Vasto-Chieti richiedendo l’attuazione delle procedure di raffreddamento e di conciliazione. Lo stato di agitazione e le eventuali successive azioni di protesta si pongono l’obiettivo di ottenere la convocazione urgente, da parte della direzione generale dell'azienda sanitaria, di un incontro per risolvere la problematica più volte segnalata in questi ultimi anni, e mai risolta, riguardante la procedura esistente nella Asl Lanciano-VastoChieti per l’apertura degli studi di medicina generale e di pediatria di libera scelta. Una procedura dovuta a quanto previsto dai requisiti stabiliti dalla delibera n° 350 del 25.03.2013, che ha creato e creerà grosse difficoltà ai medici nel momento di intraprendere l’attività di medico convenzionato per l’assistenza di base.

“Difficoltà enormi che stanno incontrando e incontreranno i medici di medicina generale a cui hanno assegnato e assegneranno le 57 carenze, 9 per la città di Chieti, rilevate con la delibera aziendale n° 407 del 23 marzo”, sostiene il coordinatore Walter Palumbo, “i quali dovranno individuare locali da adibire a studi per iniziare la loro attività nei confronti dei cittadini. Purtroppo a tutt’oggi solo i medici che vengono convenzionati nella Asl LancianoVasto-Chieti devono seguire un difficile e complicato iter burocratico, che prevede la autorizzazione igienico-sanitaria necessaria ad aprire lo studio dove svolgere la propria attività sanitaria come previsto dalla delibera aziendale suddetta”.

Un iter burocratico che, secondo l'Isa, in primis disattende la circolare del presidente della Regione Abruzzo Chiodi del 24 marzo 2014, indirizzata ai sindaci e ai direttori delle Asl, in cui si afferma che gli studi dei medici convenzionati sono strutture private non aperte al pubblico in cui il sanitario eroga una prestazione professionale senza intermediazione e non devono rispettare la normativa in materia di barriere architettoniche. Tale circolare stabilisce, infatti, una distinzione ben precisa, quella cioè tra ambulatorio medico inteso come struttura aziendale organizzata e studio medico inteso come struttura in cui l’esercizio di una attività intellettuale professionale sanitaria prevale in modo preponderante su quello organizzativo, come nel caso del medico di medicina generale. Inoltre specifica che lo studio del medico di medicina generale convenzionato, non è un locale “aperto al pubblico” ma con accesso riservato agli assistiti in carico al medico. Viene anche sottolineato che non è essenziale nemmeno l’eliminazione delle barriere architettoniche in quanto non indispensabile al corretto esercizio dell’attività assistenziale. Questo perché il medico di medicina generale è tenuto a prestare le proprie cure al domicilio dell’assistito su chiamata nelle urgenze differibili e qualora questi sia non trasportabile o non deambulabile.

“A chiarire la questione è intervenuta la sezione III del Consiglio di Stato”, continua Palumbo, “che con la sentenza n° 1382/2017 ha affermato che sulla base della legislazione statale e regionale, lo studio medico non attrezzato per l’attività chirurgica non richiede autorizzazione igienico-sanitaria per la sua apertura. Lo studio del medico convenzionato deve essere dotato degli arredi e delle attrezzature indispensabili per l’esercizio della medicina generale. Nonostante si sia chiesto più volte alla direzione generale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti un sollecito riscontro alle nostre note e pur avvisando che avremmo potuto dichiarare lo stato di agitazione degli operatori sanitari, qualora non fosse stato raccolto il nostro invito al dialogo, nessuna risposta è stata prodotta dando dimostrazione di una scarsa sensibilità alle istanze sindacali e, cosa ancora più grave, di indifferenza verso le difficoltà che i medici incontrano ad aprire i loro studi. Le stesse difficoltà che incontrano anche i pediatri al momento del loro convenzionamento”. L'ISa chiede quindi la convocazione delle parti per concordare l’immediata applicazione della sentenza del Consiglio di Stato e revocare la delibera in oggetto così da evitare ai medici, una volta inseriti negli elenchi della medicina generale convenzionata, inutili iter per poter iniziare la loro attività professionale evitando ritardi e difficoltà a dare assistenza a cittadini rimasti senza medico nel territorio della provincia di Chieti.

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