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"A rischio il pagamento degli stipendi e l'assistenza sanitaria": l'allarme dei sindacati sugli Istituti Riuniti San Giovanni Battista

Ci sarebbe una "perdurante criticità di risorse economiche e di liquidità finanziaria" che, se non risolta entro breve, determinerà il blocco delle attività: per questo chiedono un tavolo di confronto urgente

Un tavolo di confronto urgente con il presidente della giunta regionale, l'assessore alle Politiche sociali e della Sanità regionali, il direttore generale della Asl, il sindaco di Chieti e l'Asp 1 Chieti. È la richiesta avanzata da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Fials sulla situazione degli Istituti Riuniti San Giovanni Battista. 

Nella giornata di ieri, infatti, le organizzazioni sindacali sono state convocate dall'Asp1 Chieti, che gestisce la residenza assistenziale, per comunicazioni sugli sviluppi della grave situazione economica e finanziaria che l'ente subisce da tempo. 

"La perdurante criticità di risorse economiche e di liquidità finanziaria - spiegano i sindacati - se non risolta già dai prossimi giorni, porterà l’azienda a una inevitabile morosità verso i pagamenti richiesti dal Durc (Documento unico regolarità contributiva), la cui non conformità contabile impedirà ai soggetti istituzionali con cui è convenzionata il pagamento delle fatture emesse per le giornate di degenza dei pazienti ricoverati e sia per la parte sanitaria (verso le Asl) che per la componente di compartecipazione (verso i Comuni). Di conseguenza si determinerà un totale blocco dell’attività sanitaria poiché la direzione dell’ente non sarà più in grado di garantire il pagamento degli stipendi al personale dipendente, e le fatture ai propri fornitori per i servizi esternalizzati compromettendo anche il servizio minimo assistenziale che in questi casi deve obbligatoriamente essere garantito per legge ai tanti pazienti non autosufficienti e spesso allettati che trovano cura e ricovero nell’istituto".

Secondo quanto riferiscono i rappresentanti sindacali, il consiglio di amministrazione dell'Asp1 ha spiegato che questa situazione affonda le sue radici nel tempo e si è cronicizzata "per un atavico ritardo nell’incasso tempestivo delle quote di compartecipazione sociale a carico dei Comuni, mai puntuali nel loro adempimento; per una mancata retribuzione da parte della Asl di Chieti di tante prestazioni di ricovero effettuate, ma non riconosciute dalla stessa azienda sanitaria, che nel tempo ha prodotto ingenti crediti non riscossi e motivo di cause tuttora pendenti; per la inadeguatezza della tariffa con la quale si remunera la prestazione di ricovero stabilità dalla Regione Abruzzo nell’anno 2002 e da allora mai aggiornata alle condizioni e costo della vita corrente, al parametro Istat e al costo del personale che periodicamente, invece, vede rinnovare il proprio contratto al livello nazionale".

Da qui, la richiesta urgente di un tavolo di confronto "tenuto conto del drammatico quadro che, se non risolto, vedrà come sempre soccombere gli ultimi e più deboli, ovvero lavoratori e pazienti ricoverati, affinché termini l’avvilente scaricabarile e rimpallo di responsabilità e trovare una solida e definitiva soluzione per definire una problematica sociale e sanitaria che si trascina da almeno 10 anni ridando, così, serenità e speranza ai tanti operatori assunti e certezza di adeguata assistenza agli anziani ricoverati. Di tale situazione verrà informata puntualmente anche la prefettura di Chieti".

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