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Diga di Chiauci, il Consorzio di bonifica sud replica alla Cia: "Fatto ciò che dovevamo"

Ieri in prefettura l'incontro sollecitato dai sindaci di Vasto e San Salvo, per coordinare l’intervento degli rnti preposti in modo da superare l’emergenza idrica nel territorio

Il Consorzio di bonifica sud replica alle accuse della Cia Chieti Pescara nella diga di Chiauci, accusando l'associazione " in veste di membro della consulta consortile", di non conoscere "la situazione economica, finanziaria e gestionale dell’Ente nonché nello specifico la situazione degli interventi in itinere presso l’invaso di Chiauci".

Per il commissario regionale Michele Modesti: "desta stupore e rammarico" l'accusa della Cia, "proprio nella stessa giornata in cui il prefetto di Chieti, Armando Forgione, sollecitato dai sindaci dei Comuni di Vasto e San Salvo, ha tenuto un apposito incontro al fine di coordinare l’intervento degli rnti preposti in modo da superare l’emergenza idrica nel territorio vastese".

"Il Consorzio - spiega Modesti - in qualità di gestore dell’invaso di Chiauci, ha rimarcato con fermezza che la funzione precipua di quest’ultimo è quella di garantire il pubblico servizio irriguo e che questo è l’impegno principale a cui si deve adempiere, senza però negare, in caso di emergenza, il supporto al sistema di potabilizzazione destinato al consumo umano in adempimento a quanto prescritto dal Testo Unico delle Acque. Nel citato Testo infatti la priorità fra gli usi è data al consumo umano. La seconda priorità, dopo quella per il consumo umano, risulta essere l’uso agricolo delle acque".

"In questo senso - aggiunge - si è operato attuando tutte le azioni di propria competenza. Sulla base dei bollettini giornalieri delle osservazioni e delle misure, risulta che il Consorzio, invasando il massimo quantitativo idrico finora autorizzato, ha gestito, con proprio personale e propri tecnici, il rilascio idrico della diga secondo criteri di efficienza, efficacia e razionalità in modo da garantire il recapito delle portate occorrenti nei punti di consegna a valle fino ad esaurimento degli accumuli presenti nell’invaso. Questo Consorzio - prosegue Modesti - si impegnerà a garantire il soddisfacimento delle richieste idriche in funzione delle reali disponibilità che il fiume Trigno riuscirà a fornire in regime fluente".

Il commissario chiarisce inoltre che "a seguito dell’imponente intervento di revamping delle paratoie dello scarico di fondo della diga, conclusosi in aprile, l’invaso ha accumulato e rilasciato la riserva necessaria per garantire il fabbisogno idrico per le attività agricole del territorio e per gli usi civici e industriali così come stabiliti e indicati nella concessione di derivazione vigente. Oltre agli interventi sulle paratoie, sono stati conclusi e collaudati i lavori riferiti ad alcune delle prescrizioni imposte dall’Ufficio per le Dighe del Mit, quelli sull’ammasso roccioso, la strada circumlacuale e sono in corso di implementazione gli studi integrativi per la rivalutazione sismica della diga unitamente all’aggiornamento degli studi sulla propagazione dell’onda di piena nonché l’intervento di ripulitura dell’invaso dalla vegetazione esistente e l’intervento di ripristino di impermeabilizzazione dei placcaggi di sponda dell’invaso. Per ovvie ragioni tecniche, solo il completamento di questi ultimi due interventi consentirà al Consorzio di richiedere il superamento della quota attualmente autorizzata e il raggiungimento del secondo step così come approvato dall’Ufficio Tecnico per le Dighe e dalla Commissione di collaudo che periodicamente svolgono le visite di vigilanza previste per legge". 

"Si sta procedendo, quindi - prosegue - secondo cronoprogramma e monitorando attentamente il comportamento dello sbarramento, allo svolgimento dell’iter degli invasi sperimentali per condurre la diga al collaudo tecnico funzionale e, dunque, al regime di regolare esercizio e massimo invaso". 

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