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I manager abruzzesi: il 44% dei dirigenti lavora in provincia di Chieti

L’analisi di DAS, compagnia di Generali Italia specializzata nella tutela legale. Il 91% dei manager abruzzesi è di sesso maschile, mentre solo il 9% è di sesso femminile, con una notevole differenza d’età

Circa la metà (44%) dei 776 dirigenti abruzzesi lavora in provincia di Chieti (345), che per presenza di manager supera Pescara (26%, 201), Teramo (19%, 146) e L’Aquila (11%, 84). È quanto emerge da un’analisi di DAS, compagnia di Generali Italia specializzata nella tutela legale.

Secondo quanto rilevato da DAS, il 91,1% dei dirigenti abruzzesi è di sesso maschile, di cui oltre un terzo (39%) ha meno di 50 anni, mentre le donne, seppur in minoranza rispetto agli uomini, sono mediamente più giovani: il 44% è ‘under 50’.

L’Abruzzo – fanno notare da DAS – è settimo nella classifica nazionale delle regioni con la percentuale più elevata di dirigenti ‘under 50’ (39%). I manager che non superano i 49 anni sono più numerosi in Lombardia (47%), Trentino Alto Adige (43%) e nelle Marche (42%) mentre fuori dal podio, con una quota del 40% ciascuno, seguono Friuli Venezia Giulia, Lazio e Piemonte.

“Con sempre maggiore frequenza – spiega Roberto Grasso, amministratore e direttore generale di DAS –  i dirigenti sono chiamati in causa per responsabilità penali e civili di vario tipo. Il quadro è reso più complesso dall’introduzione di nuove normative, come ad esempio il Regolamento Europeo 679 del 2016 (General Data Protection Regulation) che introduce sanzioni amministrative fino al 4% del fatturato mondiale della società per le violazioni delle disposizioni sulla privacy. Di fronte a questo scenario – conclude Grasso – abbiamo studiato una copertura partendo dall’analisi di quelle che sono le principali violazioni in cui incorrono le figure apicali delle aziende”.

Su 220 sentenze esaminate a livello nazionale, relative ad azioni civili di responsabilità verso gli amministratori, riferite al periodo 2003 – 2013, quasi il 44% ha riguardato casi di “violazione della diligenza” e circa il 33% “irregolarità contabili”. Poco più di 1 sentenza su 4 (28%) ha avuto per oggetto casi di “prosecuzione dell’attività dopo la perdita del capitale sociale” e circa il 16% casi di conflitto di interessi. Meno rilevanza hanno avuto gli “atti eccedenti l’oggetto sociale o i poteri” (circa il 6% delle sentenze). Nel 40% delle sentenze è stata riconosciuta la responsabilità degli amministratori.

Secondo quanto rielvato da DAS, quasi la metà (45%) dei dirigenti lavora in Lombardia e poco più del 15% nel Lazio. La loro presenza è significativa anche in Emilia-Romagna (9%) e Veneto (7%). Nel nostro Paese solo il 15% dei dirigenti è di sesso femminile, la percentuale sale al 19% in Basilicata e si attesta al 17% in Lombardia e nel Lazio.

Dall’analisi di DAS si evince che meno dell’1% (0,89%) dei lavoratori dipendenti delle imprese italiane sono manager, con una concentrazione più elevata in Lombardia (1,6%, quasi 48 mila), Lazio (1,1%, oltre 16 mila) e Piemonte (1,04, poco meno di 10 mila), più bassa in Calabria (0,12%), Basilicata e Molise (0,13 ciascuno).

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