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Jova beach party, associazioni ambientaliste: "Distrutta vegetazione naturale, addio al Ginestrino" [FOTO]

Le associazioni denunciano danni sulla spiaggia e un tratto delle siepi delle aiuole sul lungomare

In un documento congiunto a firma di Lipu Abruzzo, Stazione ornitologica, Gruppo Fratino Vasto, Forum ambientalista Odv, Forum H2O, Italia Nostra Abruzzo, Cai regionale, Forum civico ecologista Vasto e Arci Vasto si ribadisce “l’addio al Ginestrino delle spiagge” della Marina.

“I lavori di questi mesi a Fosso Marino, – si legge nella nota diffusa – dove ora si svolgerà il Jova Beach Party hanno portato alla distruzione della vegetazione naturale presente“.

“Sono piante – puntualizzano le associazioni – degli ambienti dunali sempre più localizzate lungo la costa abruzzese, tanto che pure il consulente del Comune di Vasto riteneva doveroso conservarle come scriveva a marzo 2022 nella sua relazione sui lavori a Fosso Marino. Oggi hanno pure distrutto un tratto delle siepi delle aiuole del lungomare“.

Jova beach party - associazioni ambientaliste

La Regione Abruzzo in qualità di Autorità competente per la Valutazione di incidenza ambientale aveva espresso il 12 agosto scorso “parere favorevole perché gli interventi descritti non hanno impatto significativo tenendo conto delle mitigazioni indicate dal Comune e proposte dalla Commissione comunale di valutazione ambientale”.

Tra queste vi era “la modifica della posizione e direzione del palco, da ubicare a sud rivolto verso nord, al fine di mitigare ulteriormente il disturbo generato dalle emissioni sonore e luminose”, che – secondo le associazioni firmatarie del documento – non è stato fatto.

“Ai carabinieri forestali – continua la nota – è stato chiesto di sorvegliare sul rispetto delle indicazioni imposte per la tutela del vicino Sito di interesse comunitario (Sic) delle dune di Marina di Vasto e tra queste c’è proprio quella di spostare il palco montandolo in modo da limitare le emissioni sonore e luminose del mega-evento”.

“Secondo il prefetto di Chieti Forgione, – affermano le associazioni – questa chiara e logica indicazione, imposta sulla base di normative europee e dell’analisi tecnica degli stessi consulenti del Comune di Vasto, poteva essere superata… con il rischio però di far aprire una procedura d’infrazione comunitaria all’Italia per il mancato rispetto delle normative sulla tutela dei siti naturalisticamente più importanti d’Europa. Per un concerto di un privato e addirittura con un enorme impiego di risorse pubbliche”.

“I dirigenti della Regione Abruzzo – conclude la nota – sanno benissimo cos’è accaduto in questi anni sul tema, con la Commissione che ha aperto una pre-procedura d’infrazione costringendo le Regioni a recuperare decenni di inerzia sull’applicazione della direttiva “Habitat”. Ci chiediamo a questo punto cosa pensa il ministero della Transizione ecologica di questa situazione”.

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