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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Per difendere Giorgia Meloni dagli insulti, Marsilio offende Selvaggia Lucarelli: esplode la polemica

Tra messaggi di solidarietà alla leader di Fratelli d'Italia e solidarietà non data, come spiegato dalla giornalista di origini abruzzesi, si scatena il dibattito politico e non solo

Arriva anche in Abruzzo la eco degli insulti all'indirizzo della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, di cui si è reso protagonista il docente dell'università di Siena Giovanni Gozzini, che le aveva rivolto epiteti pesanti

All'esponente di centrodestra sono arrivati diversi messaggi di solidarietà, che hanno fatto scatenare il dibattito. Tra coloro che hanno chiaramente detto di non voler esprimere solidarietà a Meloni, c'è la giornalista di origini abruzzesi Selvaggia Lucarelli, che ieri, in un lungo post sulla sua pagina Facebook, ha spiegato il suo punto di vista:

Se Giorgia Meloni, leader di un partito, donna di potere, spalleggiata da orde di sostenitori incarogniti e feroci che insultano a loro volta chiunque sia “il nemico” ha bisogno di solidarietà, bisognerebbe ricordarsi della solidarietà che lei riserva a migranti e comunità lgbt, tanto per citare due categorie sì fragili, sì discriminate, sì bisognose di SOLIDARIETÀ.

Tra le decine di migliaia di commenti, è spuntato anche quello del presidente della Regione, Marco Marsilio, che non ha lesinato un epiteto altrettanto pesante, scrivendo a Selvaggia Lucarelli: 

Lei è una miserabile.

Non è tardata ad arrivare la risposta della destinataria del messaggio, che ha replicato: 

Lei, mediocre presidente, pensi a gestire la situazione Covid in Abruzzo anzichè a cazzeggiare sulle bacheche altrui. La sua (e la mia) regione ne hanno bisogno.

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Il botta e risposta si è concluso così, ma in tanti si sono scagliati contro Marsilio, per aver offeso una donna per difenderne un'altra. 

Intanto, a Giorgia Meloni è arrivata anche la solidarietà della commissione regionale Pari Opportunità:

Il fatto, gravissimo e inqualificabile, è reso ancor più inaccettabile perché proveniente da parte di chi dovrebbe essere preposto alla formazione dei giovani del nostro Paese. La commissione si augura che il rettore dell’università preveda serie azioni disciplinari, poiché chiunque si rivolge ad una donna con simili volgarità, con tali epiteti, indipendentemente dall'appartenenza politica, merita di essere denunciato nelle sedi opportune.

Pertanto, si condannano, pesantemente, le parole usate nei confronti dell’onorevole Giorgia Meloni, a maggior ragione se pronunciate da chi ricopre un incarico di professore universitario e ha un ruolo importante nello sviluppo dell’educazione al rispetto e alla formazione culturale dei giovani.

La presidente Maria Franca D'Agostino e la vice Rosa Pestilli invitano a 

un vero cambiamento culturale per sradicare gli stereotipi, occorre prendere decisioni forti, le scuse non bastano più”.

La deputata del Partito Democratico Stefania Pezzopane invita il presidente Marsilio a scusarsi con Selvaggia Lucarelli:

Diversamente da Selvaggia Lucarelli, io ho espresso la mia solidarietà, ma rispetto il pensiero di una giornalista, peraltro esposto con correttezza e senza alcun riferimento volgare. Le parole del professor Gozzini nei confronti della Meloni sono gravi e in tante le abbiamo condannate. Ma quanto è più grave quel ‘miserabile’ rivolto a una giornalista che non esprime la sua solidarietà in un post argomentato con dovizia di particolari e senza offese ad alcuna? È sicuramente più grave, perché quel ‘Lei è una miserabile’ viene da Marco Marsilio, presidente di Regione e membro di Fratelli d’Italia. Nelle offese rivolte alla Meloni si trattava di un professore universitario, ma anche di un privato cittadino. Nel caso della Lucarelli, tuttavia, chi offende è un rappresentante delle istituzioni. E non è una differenza da poco. Inoltre Selvaggia Lucarelli è una giornalista, e quell’offesa mina anche la libertà di informazione. Marsilio chieda scusa e Giorgia Meloni intervenga nei confronti di un suo esponente che offende un’altra donna.

Sulla vicenda interviene anche la consigliera comunale del Partito Democratico Barbara Di Roberto: 

Oggi parla l'evidenza di una ipocrita solidarietà di quella parte politica che pretende dare lezioni sul rispetto per le donne. Solo alcune però. Per tutte le altre, valgono gli epiteti di "brave donne", "Amazzoni FB", "supine consigliere", "Marie Maddalene" (per rimanere vicino a noi), o ancora "sbruffoncelle", "zingaracce", "bambole gonfiabili", e tanto altro.

Se la "politica" si è ridotta a questo, ossia alla strumentalizzazione di un vero problema culturale, (squisitamente attuale nel nostro Paese) qual è la violenza di genere in tutte le sue forme, anche linguistiche, con necessitata reciprocità mi aspetto oggi la presa di distanza dal presidente Marsilio, a mezzo stampa, dei consiglieri/e comunali di Chieti e delle/i proprie/i referenti partitiche/ci.

È "un fatto grave". Meritevole di una diretta streaming.

Di mio ricordo che le responsabilità sono sempre personali. Chi doveva si è scusato. Da Donna mi aspetto proprio questo: che ognuno assuma la consapevolezza dei propri errori e che ogni Donna NON si faccia "salvare" da improbabili "cavalieri" o da estemporanee "sorellanze", perché la DIGNITÀ è della Persona ancor prima che dell'appartenenza di genere.

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