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Infermieri abruzzesi fuori sede, nuovo appello per tornare a casa: “Da mesi cerchiamo di contattare Asl e Regione”

In circa duecento hanno inviato una lettera per chiedere la mobilità. “La stabilizzazione degli “eroi del covid - dicono - è la presa in giro più grande”

Gli infermieri abruzzesi dislocati nelle Asl di varie zone d’Italia chiedono di nuovo con forza di poter avvicinarsi a casa. Lo fanno lanciando un nuovo appello, dopo quello di 4 mesi fa, rimasto inascoltato a quanto riferiscono in una lettera inviata alla Regione Abruzzo e alle quattro Asl abruzzesi da circa 200 lavoratori.

La richiesta è sempre la stessa: prendere in considerazione la possibilità di bandire un concorso per mobilità intra ed extraregionale per permettere loro di tornare a casa. La lettera è stata

“Purtroppo – scrivono - da troppo tempo, i professionisti infermieri sono costretti ad allontanarsi da casa per avere la possibilità di un lavoro e sfuggire dal precariato che assilla la sanità abruzzese. Molti di noi, ormai da diverso tempo, vivono lontani da casa con la speranza di poterci tornare ma purtroppo ciò si scontra con le situazioni poco favorevoli della nostra regione”.

Per quanto riguarda  la situazione dei concorsi, la Asl Chieti, dove l’ultimo concorso si è svolto ad aprile, al momento ha visto la chiamata dei soli vincitori.

“Contemporaneamente alle prove concorsuali – spiegano gli infermieri  – le Asl stanno stabilizzando moltissimo personale interno assunto con avvisi a tempo determinato (alcuni con contratti non rinnovabili). Molti di noi hanno tentato vari modi per poter tornare a casa. I comandi sono bloccati dalle Asl di provenienza che non ci rilasciano il nullaosta. Le mobilità volontarie sono bloccate della asl abruzzesi che non le accettano. Tutti questi dinieghi sono estenuanti perché non si riesce a trovare una soluzione per tornare a casa. La stabilizzazione degli “eroi del covid”  - aggiungono - è la presa in giro più grande perché molti di noi hanno affrontato la pandemia distanti da casa e dagli affetti, hanno subito perdite di persone care senza poter stare vicino alla propria famiglia. Gli incontri tra sindacati e regione puntano solo a stabilizzare il personale ma, in pochi pensano che permettere al personale fuori sede di tornare a casa è un valido modo per reclutare personale”.

Alla luce del nuovo contratto collettivo di lavoro del comparto sanità siglato pochi giorni fa, i dipendenti delle Asl sottolineano che i bandi di mobilità devono essere attuati su base annuale. 

Gli stessi concludono chiedendo un incontro con Regione e Asl di riferimento.

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