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Dibattito pubblico sull'alta velocità, i sindaci alzano la voce e il Wwf accusa: "Incontro deludente"

Ora si punta agli incontri tecnici; Ferrara e Febo: “Tempi strettissimi per dare concretezza alle varianti alla stesura originale. Agiremo con gli altri sindaci e i cittadini”

“È arrivato il momento di lavorare concretamente e per tempo alle varianti che ogni Comune ha chiesto al progetto di raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara: questo abbiamo chiesto e ottenuto all’Aurum di Pescara, durante il primo evento del pubblico dibattimento, reclamando a voce alta il diritto di confrontarci con i tecnici di Rfi che in un primo momento sembrava imbrigliato nella burocrazia dell’incontro”. 

Così il sindaco di Chieti Diego Ferrara e il presidente del consiglio comunale Luigi Febo, che venerdì, a Pescara, hanno preso parte sia all’evento sul pubblico dibattimento del progetto, che a quello sulla Grande Pescara, organizzato dal senatore D’Alfonso a cui erano invitati il commissario Vincenzo Macello e a cui era presente anche il Chief corporate affair officier di Rete ferorviaria italiana, Massimo Bruno

“Ci meraviglia molto la posizione della Regione, il cui esecutivo non era presente all’incontro all’Aurum, anche alla luce del fatto che nelle scorse settimane ha dato il via libera a un impianto fotovoltaico che si sviluppa sul sedime della variante e su cui dovremo necessariamente confrontarci, affinché non ci siano impedimenti alla tutela delle abitazioni e delle attività che oggi impattano sul tracciato – dicono Ferrara e Febo – Nei fatti, i Comuni sono stati lasciati da soli ad agevolare una soluzione. Il tentativo, però, ci sarà, dai responsabili del dibattito pubblico ieri abbiamo infatti ottenuto tavoli con i tecnici, specifici per ogni Comune e al di fuori del procedimento di evidenza avviato. Non solo, al commissario governativo dell’opera, Vincenzo Macello e a Bruno di Rfi, abbiamo chiesto ascolto, a margine dell’evento sulla Grande Pescara organizzato in Comune dal senatore Luciano D’Alfonso. Da entrambi abbiamo ricevuto assicurazioni e nei prossimi giorni fisseremo la data di un incontro ulteriore, tecnico e operativo, dove approderemo con una proposta unica di variante, pensata insieme agli altri Comuni. Intanto proseguiranno gli incontri del dibattito pubblico, che si farà anche sul primo tratto di interventi, in principio non ricompreso in tale procedura, un confronto che ieri sera abbiamo 'forzato' affinché fosse accolta la nostra voce e ci venisse riconosciuto ai Comuni e ai cittadini presenti il diritto di avere risposte in presenza dai tecnici che sanno tutto sull’opera. Il prossimo appuntamento sarà a Chieti in marzo, ma i tempi della variante sono più stretti, le osservazioni vanno presentate entro il 12 marzo per poter essere prese in considerazione seriamente nell’iter progettuale, iter che procede spedito secondo il cronoprogramma fissato da Rfi e il cui ritmo è imposto dai tempi del Pnrr. Noi saremo in tempo e, consci dell’importanza del collegamento veloce con Roma, faremo di tutto per trasformare il progetto in occasione di crescita per il territorio e non contro”.

Dure le parole del Wwf sull'incontro di venerdì pomeriggio. L'associazione lo definisce "decisamente deludente, per non dire altro. Al di là di palesi e gravi carenze organizzative (bassissimo volume dell’audio con frequenti interruzioni e cali del volume; schermate del tutto illeggibili) c’è stato anche scarso rispetto per il pubblico presente in sala - accusa - compresi i sindaci del territorio. Nel momento in cui dovevano essere formulate le domande si è preferito ad esempio dare priorità a chi ha seguito l’incontro online leggendo quesiti anonimi invece di dare spazio ai rappresentanti del territorio e alle associazioni che avevano ascoltato una lunghissima e insoddisfacente presentazione. Questo fino a quando i presenti hanno perso la pazienza e in tanti, compresi i numerosi amministratori locali, hanno minacciato di andare via". 

Il Wwf, presente con l’avvocato Francesco Paolo Febbo e con la presidente della struttura locale di Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco, ha insistito su quella che definisce "l'assurdità, di fronte a lotti funzionali che sono e devono restare in concatenazione, di portare avanti un progetto spezzettato (sono in corso tre procedure parallele di Valutazione di Impatto Ambientale su altrettante tratte con tempi sfalsati e con documentazione incongruente rispetto al dibattito pubblico), ma soprattutto sul pericolo rappresentato dal previsto traforo, addirittura due gallerie, del monte Morrone. Quella montagna ha una situazione idrogeologica simile a quella del Gran Sasso, per cui se il progetto dovesse andare avanti si rischiano gravi conseguenze, tra l’altro, per l’acquedotto Giardino, che serve oltre mezzo milione di abruzzesi, e anche per le sorgenti sulfuree di Popoli. Né si può sostenere che sia un problema ignoto. Citiamo dal paragrafo 'Risorse idriche' della Guida geologica regionale dedicata all’Abruzzo, pubblicata nel 2003 a cura della Società Geologica Italiana: 'L’idrostruttura dei monti Morrone e Roccatagliata è drenata dalla sorgente Giardino (circa 1mc/s), captata a scopo idropotabile e dal fiume Pescara nell’attraversamento delle gole di Popoli (ca 0,7 mc/s) di cui parte modulata da emungimenti da pozzi ad uso idropotabile). La struttura alimenta subordinatamente, attraverso le conoidi del versante occidentale, la piana alluvionale di Sulmona'."

"La velocizzazione della linea ferrata e il raddoppio dei binari rappresentano per il territorio senza dubbio una opportunità, invocata da decenni - conclude il Wwf - ma questo non autorizza a progettare ignorando o sottovalutando criticità ambientali e senza ascoltare davvero la voce dei cittadini. Il traforo del Morrone va evitato: una alternativa dev’essere prevista se si vuole portare avanti il progetto".

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